A Torviscosa arriva la Caffaro di Brescia

TORVISCOSA. La Caffaro di Brescia di trasferisce e Torviscosa. La notizia, rimbalzata come una bomba nella città lombarda, è trapelata anche a Torviscosa, che con questa operazione vedrebbe non solo consolidare il polo chimico, ma rilanciarlo nel contesto mondiale, anche grazie al nuovo impianto cloro soda della Halo Industry che dovrebbe essere realizzato a breve.
L’azienda bresciana dà lavoro a 60 persone, mentre altre 32 sono in cassa in deroga. Caffaro Brescia spa, controllata dalla Società chimica Emilio Fedeli spa di Pisa, guidata da Donato Antonio Todisco, che gestisce un pezzo dell’ex azienda Caffaro (che è anche amministratore delegato di Halo Industry), da quattro anni in amministrazione controllata, stanca di pagare gli enormi costi della gestione ambientale, ha dunque deciso di trasferirsi in Friuli a causa dei costi energetici che si deve sobbarcare, aumentati del 40% negli ultimi 18 mesi.
Oggi il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, incontrerà i vertici dell’azienda per scongiurare questa ipotesi di abbandono del sito bresciano, soprattutto per i problemi ambientali che ci sono.
Le voci, che circolavano già da qualche mese, sono state confermate dallo stesso imprenditore che con un certo rammarico ha affermato di essere desolato: «Abbiamo fatto di tutto per restare, ma se la situazione non cambia saremo costretti a prendere una decisione irreversibile! Certo è che ci siamo sobbarcati costi che non ci spettavano, senza farlo pesare a nessuno», dice riferendosi agli impianti di depurazione dell’acqua installati per arginare il problema dell’inquinamento. Ma la decisione, secondo fondi bresciane, sarebbe già irreversibile.
I costi riguardano il funzionamento delle idrovore che pompano 10 miliardi di litri d’acqua l’anno dalla falda, mantenendola così bassa ed evitando che salga a toccare i veleni dispersi dall’azienda in un secolo di attività, spende circa un milione e mezzo l’anno. Se le pompe smettessero di emungere l’acqua ci sarebbe il rischio di una piccola catastrofe ambientale, visto che la falda salirebbe a toccare gli inquinanti (Pcb, mercurio, solventi clorurati, pesticidi) con un serio rischio anche per la potabilità dell’acquedotto cittadino.
L’azienda intanto resta in attesa di una risposta da parte di una multinazionale statunitense che acquista il cento per cento della produzione dello stabilimento di Brescia prima di prendere una decisione definitiva. Intanto a San Giorgio di Nogaro, voci insistenti del mondo industriale, danno per certo l’acquisto della Europolimeri, principale produttore di polimero del Gruppo 3F Chimica impianti, da parte della finlandese Kemira Oyj. Poco o nulla si sa ancora in merito, ma pare che l’accordo riguardi lo stabilimento di San Giorgio di Nogaro e quello di Sandrigo, e che verrà ratificato dopo le ferie estive.
Francesca Artico
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