A Sesto al Reghena vogliono la fusione con Cordovado

SESTO AL REGHENA. Unioni territoriali intercomunali, Sesto al Reghena risponde presente. Anzi, si spinge più in là: piace, nella cittadina dell’abbazia, l’idea della fusione con Cordovado. Alla...

SESTO AL REGHENA. Unioni territoriali intercomunali, Sesto al Reghena risponde presente. Anzi, si spinge più in là: piace, nella cittadina dell’abbazia, l’idea della fusione con Cordovado. Alla vigilia dell’annuncio da parte della giunta regionale del numero e della composizione delle unioni di Comuni, la cittadina dell’abbazia si fa trovare pronta all’appuntamento.

Il sindaco Marcello Del Zotto, nel ricordare che sono in corso da tempo incontri con gli amministratori dei Comuni vicini per sondare il terreno e comprendere quale sia la compagine migliore per rispondere alle prescrizioni regionali – 40 mila abitanti, omogeneità dei territori e dei servizi –, crede ancora nel modello sanvitese, sia pure – come sembra – allargato a San Giorgio della Richinvelda e a Spilimbergo.

«Al di là dei compagni di viaggio – precisa Del Zotto – è importante il progetto politico: personalmente sono attratto da un modello di unione su base democratica e paritaria, nella quale tutte le comunità possano sentirsi rappresentate, tutelate e anzi valorizzate. Per questo motivo, se Sanvitese dovrà essere, sono sicuro che lavoreremo fin da subito a uno statuto e a dei regolamenti che mettano il cittadino al centro della nostra azione amministrativa, salvaguardando anche le professionalità che si sono sviluppate nei singoli Comuni».

Si tratterà, quindi, di individuare le strutture organizzative più adatte a risparmiare sui servizi condivisi e a presidiare ciascun Comune per i servizi di front office, quelli che servono direttamente il cittadino-utente.

«In questa logica – sottolinea Del Zotto – siamo pronti a ragionare senza pregiudizi anche sulla fusione con Cordovado: da anni condividiamo alcuni servizi molto importanti e quindi siamo anche pronti a misurare non solo quali risparmi potrebbero venire da unire gli uffici, ma anche quali vantaggi ne trarrebbero i cittadini da strutture più specializzate e competenti. Senza dimenticare l’iniezione di fondi straordinari regionali a sostegno della fusione e l’esenzione dal patto di stabilità, che potrebbero consentirci di lavorare per cinque anni al completamento delle opere pubbliche strategiche per le nostre comunità. Siamo di fronte a scelte importanti, che vogliamo gestire e non subire, per giocare il ruolo che ci spetta nella valorizzazione di una parte della provincia, che avrà sempre maggiore importanza – conclude il sindaco – alla luce anche delle decisioni che si prenderanno in ordine all’entrata in Friuli di alcuni Comuni del Veneto».(a.s.)

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