A San Daniele e Tolmezzo primario unico per Ostetricia

I 14 sindaci del Distretto, «profondamente delusi», chiedono a Serracchiani un incontro urgente. All’ospedale: due punti nascita e un solo direttore, in tutta la regione non c’è un caso simile

SAN DANIELE. Un incontro urgente, anzi urgentissimo: lo chiedono - in una lettera che porta la data del 25 maggio - alla presidente Serracchiani i sindaci (14) del Distretto socio-assistenziale del Sandanielese, «profondamente delusi» dal riassetto dei primariati disposto dalla giunta regionale «dal quale - scrivono - abbiamo recepito che il reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di San Daniele condividerà il primario con quello di Tolmezzo».

«La decisione di non riconoscere al punto nascite di San Daniele la sua completezza organizzativa stride con il livello di eccellenza che esso ha fin qui prodotto e suona come un triste segnale di insensibilità, di sfiducia nei confronti del nostro territorio e degli operatori sanitari». Da queste considerazioni la decisione di scrivere alla presidente Serracchiani «per un immediato chiarimento» .

Nessuno stupore, nessuna meraviglia perché nella riforma, per quanto riguarda l’ospedale di San Daniele, c’è tutto quello che era stato annunciato. I medici non sono stati ascoltati. E loro non possono commentare. Nessuna esternazione sui riflessi della riforma Telesca sul Sant’Antonio. È l’ordine dall’alto.

Ma se nessuno dei medici in forze al nosocomio sandanielese può o vuole esporsi, i rumors tra i reparti ci sono. Tra le diverse questioni che dimostrano che l’incontro di aprile, quando la presidente della Regione Serracchiani e l’assessore Maria Sandra Telesca dopo la visita a tutti i reparti hanno incontrato medici e dirigenza dell’ospedale, non ha avuto alcun effetto e che i desiderata espressi sono rimasti inascoltati, il fatto che due dei punti nascita più importanti della Regione, Tolmezzo e San Daniele, condivideranno a scavalco lo stesso primario.

«Saremo gli unici in tutta la Regione» affermano dal Sant’Antonio con un filo di ironia. «Sì perché negli altri reparti di ostetricia, laddove hanno fatto delle fusioni, a fronte di due reparti uniti, vi è un solo punto nascita» affermano tra i reparti. È il caso degli ospedali di Palmanova, che condivide il primario di ostetricia con Latisana e di Gorizia, unita con Monfalcone. Anche qui è rimasto un unico punto nascita. «Si vede che lì la parte politica ha saputo farsi ascoltare di più» dicono fuori dai denti al Sant’Antonio.

E la frecciatina non va certo al sindaco di San Daniele Paolo Menis, «che quando ha potuto si è sempre mosso a nostro favore» ma a tutti i sindaci del territorio collinare. Gli stessi che oggi, solo oggi, invitano la presidente Serracchiani a un incontro.

San Daniele e Tolmezzo, come largamente annunciato nella fase interlocutoria da parte della Regione, condivideranno il primario di Ostetricia e Ginecologia: «e questo a fronte di risultati, in termini di nascite annuali, di primordine. Pordenone avrà il suo primario, come Udine ma anche come ospedali laddove nascono meno bimbi come Palmanova e Latisana.

Ovvero un primario per punto nascita». Per i medici del Sant’Antonio comunque, nonostante la rabbia, non è il momento di tirare i remi in barca perché «adesso c’è un’altra battaglia da combattere ovvero come materialmente si concretizzerà il primariato unico». Al di là comunque del caso specifico che tocca sul vivo la sanità sandanielese, diversi punti della riforma rappresentano per molti un nervo scoperto.

«Parlano del fatto che con la riforma di taglieranno complessivamente 80 primariati quando in effetti – spiegano dal Sant’Antonio – 40 sono già stati tolti non essendoci state le nomine di chi nei vari posti se n’è andato». A San Daniele comunque il grosso rammarico è nel non essere minimamente stati ascoltati.

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