A Gemona la gente non molla: l’ospedale deve restare com’è

GEMONA. Poco o per nulla convinti su quello che sarà il servizio sanitario regionale nel comprensorio montano in base a quanto previsto dalla legge approvata in consiglio regionale a settembre. All’indomani dell’incontro pubblico organizzato dal Partito democratico all’Isis D’Aronco, i comitati mantengono le loro posizioni critiche. Troppe per loro le mancate risposte: di fronte alle certezze della presidente Serracchiani che si è fatta garante sulla non chiusura del San Michele, i comitati continuano a ribadire che il testo di legge prevede invece la sua trasformazione in un distretto.
Preoccupano le sorti del pronto soccorso, considerato fondamentale per il territorio, e a tal proposito non è piaciuta neppure la confusione fatta dal funzionario regionale presente che ha parlato di 29 codici rossi l’anno registrati in nel territorio “aziendale”, per essere smentito dall’infermiera Zaga Balog che ha ricordato come i casi siano invece 116: «Troppe le domande che sono rimaste senza risposta», dicono i rappresentanti del gruppo Fb “Io voglio l’ospedale a Gemona” all’esito del dibattito del Pd. «In attesa di valutare il piano delle emergenze che verrà elaborato nei primi mesi del 2015 – proseguono –, confermiamo la linea degli esposti alle autorità giudiziarie, perché nonostante il confronto sia stato proficuo, rimangono delle situazioni da chiarire».
Il gruppo nato su Fb si è presentato in auditorium indossando la divisa di emergenza, mentre gli altri comitati San Michele La Cicogna e Conserva non si sono presentati in forma ufficiale, ma alcuni componenti c’erano all’auditorium e così si sono espressi al termine dell’incontro: «Ciò che più cozza contro il buon senso è la trasformazione dell’attuale pronto soccorso e area di emergenza in un punto di primo intervento, dove potranno essere trattati solo i codici bianchi e verdi: per i gialli e rossi, il paziente verrà semplicemente trasferito in altra struttura. Con i rischi che nel tempo di trasferimento accada l’irreparabile».
Il coordinamento dei tre comitati, che ha annunciato l’avvio dell’indirizzo succedealsanmichele@gmail.com per segnalare eventuali disservizi, si dice anche preoccupato del rischio di riduzione dei posti letto nel reparto di medicina e per quanto riguarda la chirurgie esprime la sua contrarietà a un’ipotesi regionale.
Molto critico anche l’intervento della consigliera regionale Barbara Zilli (Ln), la quale, dopo aver partecipato all'incontro, lo definisce «una colossale presa in giro per Gemona e il Gemonese. «Sono rimasta sinceramente colpita – dice Zilli – dalle scarsissime conoscenze del territorio emerse nel corso dell’incontro da parte della giunta e della macchina regionale: com’è possibile confondere ripetutamente Gemona con Cividale? Con quale logica la giunta taglia servizi a un territorio che dimostra di non conoscere?».
Zilli annuncia una prossima interrogazione alle giunta sulla questione e conclude: «I comitati hanno organizzato per lunedì 10 novembre un nuovo incontro al centro parrocchiale Glemonensis. Serracchiani e Telesca hanno già annunciato la loro impossibilità a partecipare: mi auguro si premurino di delegare qualche consigliere in grado di dare risposte convincenti».(p.c.)
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