A Codroipo non decolla il centro commerciale

CODROIPO. Resistono il negozio della catena Bernardi e il supermercato Pam. Resiste anche un punto vendita cinese dove si può acquistare di tutto, dall’abbigliamento all’oggettistica più varia. Invece per il centro commerciale codroipese “Le Risorgive” non c’è nessuna nuova apertura. Le serrande, dopo anni, continuano a rimanere abbassate. E ancora vuoti sono i locali dove un tempo c’erano un bar, una pizzeria al trancio, la sede di una compagnia assicurativa, un negozio di scarpe.
Al suo interno c’è la sede di un’associazione culturale e uno dei locali un tempo sfitti ora è gestito da una società di Conegliano. Ma nulla di più. Colpa della crisi, si dirà. Ma per il consigliere del gruppo di opposizione Progetto Codroipo Claudio Bressanutti non è così.
«Quello che manca è un progetto sul commercio – afferma -, un piano regolatore dell’economia di cui l’amministrazione non ha mai pensato di dotarsi, mancano del tutto gli strumenti per rendere attrattiva Codroipo e il Medio Friuli». A conferma ci sono i dati. «A fronte di un calo di imprese attive in Provincia di Udine pari al 10 per cento negli ultimi quindici anni – afferma -, nel Medio Friuli c’è stato un calo del 20 per cento con una contrazione importante a livello di fatturati e dipendenti. C’è una mancanza di appetibilità per l’economia che andrebbe analizzata e superata in un contesto di area vasta trovando insieme alla Regione degli strumenti per fare politica per l’imprenditoria».
Dunque, anche da parte dell’amministrazione comunale serve una nuova visione. Altrimenti sarà sempre più difficile aprire nuove aziende e negozi. Non ha funzionato molto il tentativo messo in campo quattro anni fa dall’amministrazione Marchetti per incentivare l’apertura di uffici all’interno del centro commerciale. L’area fatica a ripartire. Ci sono ampi spazi ancora inutilizzati al suo interno che non trovano l’interesse di privati e di imprenditori. Anche perché proprio perché i volumi sono così importanti ci sono da tenere in considerazione anche delle elevate spese di gestione. La minoranza sprona dunque a trovare nuovi progetti, idee concrete per rilanciare il capoluogo del Medio Friuli. Altrimenti il rischio è che le serrande continuino a rimanere abbassate a lungo. E che il complesso commerciale di via Lignano resti ancora per gran parte vuoto.
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