A Brazzano e Moraro asili a rischio chiusura

NS. No a ogni ipotesi di chiusura delle scuole dell’infanzia di Brazzano e Moraro facenti capo all’istituto Comprensivo di Cormòns: è il messaggio che l’assessore all’Istruzione Lucia Toros lancia alla Provincia e alla Regione sull’ipotesi di ridimensionamento dei plessi cormonesi.
Stando infatti alle disposizioni del documento recante “Linee di indirizzo per il dimensionamento della rete scolastica e la programmazione dell’offerta formativa del Friuli Venezia Giulia per l’anno scolastico 2015-2016”, approvato dalla Regione lo scorso settembre, per le scuole dell’infanzia il numero minimo di iscrizioni per plesso onde evitarne la chiusura è, infatti, di 30 bambini (20 per i comuni montani e nelle aree caratterizzate da specificità etniche o linguistiche).
Le due strutture di Moraro e Brazzano a questa cifra però non arrivano, fermandosi rispettivamente a 27 e 21 unità. Da qui la necessità da parte della Toros di sensibilizzare gli enti superiori al particolare caso dell'Istituto Comprensivo cormonese. «L’ipotetica chiusura anche solo di uno dei due plessi - afferma Toros - si ripercuoterebbe negativamente su tutti gli altri in quanto gli stessi sono al limite della capienza (50 bambini per via della Resistenza e 38 su via Gorizia). In altre parole non si sarebbe in grado di ospitare altri 21 bambini con due soli plessi: inoltre si evidenzia che in città opera anche una scuola dell’infanzia privata paritaria che manifesta sofferenze e difficoltà. Più volte si è ventilata l’ipotesi di chiusura di questa struttura. In tal caso altri 60 bambini dovrebbero trovare accoglienza nella scuola pubblica».
Come ultima osservazione va fatto rilevare che dall'anno scolastico 2011-2012 la presenza del plesso scolastico sloveno accanto a quello italiano, entrambi situati a Brazzano, creano una sinergia positiva e sono in fase di crescita della popolazione scolastica.
Il problema dunque che si creerebbe con l'ipotetica chiusura di Moraro e Brazzano sarebbe quello di effetto domino sulle altre strutture, incapaci di sostenere l'eventuale afflusso di nuovi iscritti. «Si evidenzia inoltre - aggiunge l’assessore - che le strutture di Brazzano e Moraro sono state recentemente oggetto di ristrutturazione e miglioria, fornendo agli alunni il servizio più adeguato. Per queste ragioni si ritiene che nessun plesso possa essere soppresso - conclude - anzi nei prossimi anni ci si aspetta una probabile sofferenza strutturale in eccesso nella scuola dell’infanzia. Pertanto si propone alla Provincia di prendere atto della situazione esistente e di inserirla nel proprio Piano di dimensionamento provinciale».
Matteo Femia
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