Pordenone e quell’attaccante da non sbagliare

Emanuele Berrettoni arrivò proprio nel mercato di riparazione: era il 2016 e sostituì Caio De Cenco, passato tra i cadetti al Trapani. Sono passati quattro anni.
Da allora, il 38enne di Roma ha scritto la storia del Pordenone come giocatore e, dalla scorsa primavera, ne è diventato dirigente, pronto oggi ad accogliere il gruppo nel primo allenamento del 2020.
Non solo: col ds Matteo Lovisa, deve scegliere l’attaccante chiamato ad aiutare a realizzare il sogno serie A. «Ora siamo ambiti: servirà valutare con grande attenzione – spiega –. Sarà difficile, come sarà difficile per la squadra il girone di ritorno. Dovremo tutti stare ancora più concentrati». Berrettoni fa tenere alta la guardia alla squadra e avvisa che un nuovo avversario sarà molto pericoloso…
Andiamo dritti al punto: è Cosmi, suo ex allenatore proprio a Perugia?
«Sì, è tornato a casa, dove ha fatto la storia, vincendo l’Intertoto nel 2003 (peraltro con un gol di “Berre” nella finale di ritorno col Wolfsburg, ndr) e rivoluzionando la carriera di tanti giocatori come Grosso, Liverani, Bazzani, Miccoli, Vryzas. Serse ha la capacità di portare grande entusiasmo, è una variabile che può incidere pesantemente nel pubblico - che magari ci pensa prima di fischiare per rispetto nei suoi confronti - nei giocatori e in tutto il campionato: ricordiamoci poi che il Grifone è ancora in zona play-off».
Il Pordenone è invece secondo e vuole difendere la sua posizione.
«Sarà durissima. Gennaio è un mese complicato, parte il girone di ritorno, che come sempre è un altro campionato. Poi c’è il mercato, che incide anche in un club come il nostro, che farà pochi movimenti. I calciatori son sempre interessati a sapere cosa fanno gli altri: bisognerà essere più concentrati del solito».
I dirigenti neroverdi sono concentrati su Moreo dell’Empoli?
«È un giocatore che piace, come altri. Sappiamo come intervenire e che caratteristiche deve avere l’attaccante per sposarsi al meglio col gioco di Tesser. È certo poi che dobbiamo ingaggiare un ragazzo che si integri alla perfezione col nostro ambiente e che sposi la nostra causa: non abbiamo le risorse di altri club».
Sicuramente però ora il Pordenone è ambito.
«Il mercato di gennaio è strano, tante cose possono cambiare improvvisamente. Tuttavia è vero, abbiamo una scelta più ampia, per questo bisogna prestare una cura maggiore: serve inserire nell’ingranaggio il pezzo giusto».
Quello che fu lei nel gennaio 2016. Come arrivò al De Marchi? E cosa si deve fare quando si entra in un nuovo gruppo a stagione in corso?
«Al tempo ero reduce da sei mesi all’Ascoli in cui non avevo praticamente mai giocato: fisicamente dovetti lavorare molto per tornare in condizione. Nello spogliatoio mi integrai bene. A metà campionato bisogna inserirsi con umiltà. Poi, dipende quanto una società decide di cambiare».
Il Pordenone rimarrà di fatto quello che è ora.
«E noi dobbiamo continuare a comportarci così, ma a riguardo non ho dubbi. La scorsa stagione è stata intrapresa una strada, che tutti stanno seguendo: la mentalità è stata acquisita e serve solo consolidarla».
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