Il caso del Porcia apre una nuova era “Spalmadebiti” anche per i dilettanti

Sentenza storica del tribunale di Pordenone per le società Ora è possibile evitare il fallimento e “salvare” il presidente
Pordenone; S.f.

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Una sentenza storica: per la prima volta in Italia è stata accolta la domanda di concordato per un’associazione sportiva dilettantistica. Il tribunale di Pordenone ha deciso, infatti, che l’Asd S.A. Porcia è salva grazie a un “concordato minore”, procedura inizialmente prevista per le persone fisiche per la prima volta è stata applicata a un’associazione sportiva dilettantistica, grazie a cui si è riusciti a ristrutturare il debito con fisco, banche e fornitori rendendolo sostenibile ed evitando il rischio, per il presidente, di veder aggrediti i propri beni personali.

La legge 3 del 2012 individua infatti, per i soggetti non fallibili e per i privati consumatori, uno strumento da scegliersi fra il piano del consumatore, l’accordo del debitore e la liquidazione, per fuoriuscire dalla situazione di perdurante squilibrio creatosi fra il proprio patrimonio prontamente liquidabile e l’ammontare dei debiti complessivamente maturato. Il provvedimento promosso da Pro Crowd’s (rete di imprese altamente specializzata in crowdfunding e pratiche di rientro del debito) fa da apripista legislativo a sostegno delle associazioni sportive. Il debito in questione è quello maturato tra il 2012 e il 2015 in capo all’S.A. Porcia, club nato nel 2010 dalla fusione tra Porcia e Sant’Antonio, e che ha cessato l’attività due anni fa.

Così l’Asd Porcia è riuscita a rientrare dall’indebitamento senza incorrere nel fallimento, che avrebbe fatto ricadere tutti i debiti sul presidente. In quella che è stata una lunga e complessa operazione che si è risolta grazie alla specializzazione del commercialista Alberto Rigotto e dell’avvocato Nadir Plasenzotti. «La sentenza è storica – le parole del legale – perché punta a proteggere il patrimonio del presidente. Non possiamo escludere la responsabilità di quest’ultimo, ma limitarla rispetto al debito associativo ristrutturandolo e così anche la responsabilità del presidente su quelle che sono le possibilità effettive di adempimento. Quello che riesco a mettere sul piatto è ciò che offro ai creditori per sanare la mia posizione di debito, preservando in questo modo i beni personali. La responsabilità è sempre dell’uomo al comando, ma attraverso questo strumento possiamo incentivare l’assunzione di questo incarico, perché ora esiste una via di salvataggio».

Si tratta di un passo in avanti fondamentale per tutte le associazioni sportive, estendibile lungo tutta la penisola, tanto che ieri il provvedimento è stato illustrato anche al presidente della Lega nazionale dilettanti Cosimo Sibilia oltre che ai massimi dirigenti regionali del Coni, Giorgio Brandolin, e calcistico Ermes Canciani. Da ieri, le società sportive ripartono su una nuova strada dal punto di vista legislativo in attesa di farlo, presto, anche da quello sportivo giocato. —

s.f.

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