Giovanni Pini saluta Udine: «Un gruppo speciale, mi sento parte della promozione»
Il lungo emiliano lascia l’Apu per Avellino: «Dispiaciuto per l’infortunio, ma ho dato tutto anche da fuori. Ora sto bene e sono pronto per la nuova sfida»

L’avventura udinese al capolinea per Giovanni Pini. Il centro emiliano, che ha risolto il contratto con l’Apu e ha firmato per Avellino, ha completato il trasloco e venerdì pomeriggio ha svolto il suo ultimo allenamento con il professor Luigi Sepulcri. Prima di lasciare il Friuli, è tempo di bilanci definitivi.
La stagione con l’Apu le lascia più amaro in bocca per il lungo periodo d’assenza per infortunio o il dolce sapore della promozione in serie A?
«Non c’è dubbio, più il dolce sapore della vittoria. A Udine ho trovato uno dei più bei gruppi della mia carriera. Dal punto di vista individuale è chiaro che c’è stato il dispiacere per l’inevitabile operazione: una nota amara, ma la soddisfazione per aver raggiunto il traguardo prefissato è grande».
Quanto sente suo questo trionfo bianconero?
«Mi sento partecipe. I miei compagni hanno giocato di più, ma sento di aver dato il mio contributo. Gli infortuni purtroppo fanno parte dello sport, io però ho fatto il possibile per aiutare anche da fuori».
Quanta sofferenza ha provato nel restare a guardare?
«All’inizio non mi ero resto bene conto della situazione, dato che non avevo mai subito un intervento con una degenza così lunga. Poi col passare del tempo ho accusato il colpo e devo ringraziare i miei compagni per essermi stati vicino».
Vertemati dopo la promozione venne in redazione e ci disse che lei è stato prezioso nell’approvare la qualità delle sedute video. È andata così?
«Quella chicca della nostra stagione secondo me era più un portafortuna. È diventato un siparietto visto che la prima volta è andata bene (ride, ndr). Ho cercato di rendermi utile dalla mia posizione, così come Stefanelli. Eravamo dentro al gruppo, ma appena un passo fuori».
Come sono le sue condizioni fisiche dopo la riabilitazione?
«Sto bene, ho ripreso ad allenarmi al 100%, anche con i contatti. È stato un percorso lineare, mi ha permesso di arrivare pronto per fare la preparazione con il gruppo ad Avellino nel mese di agosto».
Perché ha scelto Avellino?
«Perché è una squadra competitiva e ambiziosa. Conosco bene l’ambiente, dieci anni fa ho giocato ad Avellino con la società Scandone: in Irpinia ho tanti amici. La squadra è solida, vogliamo dare fastidio alle favorite. Ho avuto anche un bel colloquio con coach Buscaglia e la società si è comportata in modo serio col mio agente».
Le piace la nuova Apu?
«La trovo molto interessante, anche se è difficile piazzarla in un ipotetico ranking di serie A. Non vedo l’ora di ammirarla all’opera, sono curioso di vedere tante cose: Hickey alla guida di una squadra di A, il promettente Calzavara, gli altri ex compagni che sono rimasti e i nuovi stranieri».
Della prossima serie A2 invece cosa pensa?
«Credo sarà un campionato ancora più difficile, anche se non ci sono più Udine e Cantù. La stagione scorsa è stata una sorta di anno zero per la serie A2 a venti squadre, ora le squadre saranno tutte più preparate per un torneo lungo e competitivo. Favorite? Vedo Scafati e Brindisi davanti a tutte, poi dietro Rimini, Rieti e Brindisi».
Vuole lasciare un saluto all’ambiente udinese?
«Sì, ma la lista sarebbe lunga. Ai tifosi dico grazie per essermi stato vicino nonostante abbia trascorso poco tempo in campo. Il messaggio più importante però lo lascio al professor Gigi Sepulcri, al preparatore Daniele Missarelli e al fisioterapista Alberto Sandrini, per il tempo dedicatomi e per la capacità di farmi arrivare qui pronto a proseguire la mia carriera. Gli devo tanto». —
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