Ciclismo, con il 2024 new look per Milan

Il bujese ha debuttato con la nuova maglia della Lidl Trek. «Classiche, le volate del Giro, ma quel bis alle Olimpiadi...»

Antonio Simeoli
L’olimpionico Jonathan Milan, 23 anni di Buja, con la nuova maglia della Lidl Trek (Ross Bell Photo)
L’olimpionico Jonathan Milan, 23 anni di Buja, con la nuova maglia della Lidl Trek (Ross Bell Photo)

Tempo di maglie nuove. Il 1 gennaio per i pro è da qualche anno una giornata particolare. Maglia nuova, della vecchia squadra o della nuova.

Eccolo allora un Jonathan Milan new color con la nuova maglia della Lidl Trek, con cui ha firmato un contratto triennale pesante (900 mila euro l’anno contro i cento mila della Bahrain… un bell’andare). Jonny allora, in questi giorni nella sua Buja, si racconta tra propositi per il 2024, anno olimpico, e bilancio di quello appena andato agli annali, per lui non certo di poco conto.

Jonathan, propositi per il nuovo anno?

«Intanto auguri a tutti i friulani, specie ai miei tifosi, per un buon 2024, speriamo porti soddisfazioni a tutti».

I tuoi propositi?

«Squadra nuova, stesse ambizioni. Ho lasciato dopo tre stagioni la Bahrain, team che non finirò mai di ringraziare per avermi fatto debuttare tra i pro e fatto crescere, e approdo alla Lidl Trek cui spero di regalare grandi soddisfazioni. Credono in me e ora sta a me ripagare la loro fiducia».

Prime impressioni del nuovo team?

«Sono reduce dal primo training camp a Calpe in Spagna, ho conosciuto i corridori, tutto il personale, i direttori sportivi: siamo un bel gruppo, molto motivato e non vedo l’ora di correre».

Per farti firmare ti hanno promesso un vero e proprio treno per le volate...

«Vero e abbiamo giù iniziato a lavorare per oliare i meccanismi. È arrivato anche Simone Consonni, mio compagno nel quartetto della pista, per aiutarmi nelle volate, avrò altri compagni a disposizione, ora sta a me ripagare la fiducia».

E con Pedersen come va?

«Benone, con Mads ci eravamo già incrociati in gara, è un grande leader oltre a essere un grande corridore, nelle Classiche correremo l’uno a fianco all’altro».

Ecco le classiche, sono il primo obiettivo dell’anno?

«Sì, nel 2023 avevo iniziato forte con la vittoria al Saudi Tour e i due ori agli Europei su pista, ma poi ero arrivato alla campagna del Nord non al massimo della forma. L’obiettivo del 2024 è presentarsi al Nord, già nelle prime corse a fine febbraio, in buona condizione, poi Tirreno-Adriatico, Milano Sanremo fino al trittico Gand Wevelgem, Fiandre, Roubaix. Punto molto alle classiche, saranno uno dei tre grandi obiettivi della stagione».

Poi rifarai il Giro: punti ancora alla maglia ciclamino?

«L’obiettivo è vincere, ci saranno rivali tosti. Al debutto lo scorso maggio ho vinto una tappa, ma avrei potuto trasformare in vittorie almeno un paio dei 4 secondi posti».

È quello il rammarico del 2023?

«No, ce n’è un altro: dal Giro sono uscito distrutto e così la marcia di avvicinamento ai Mondiali su pista di Glasgow non è stata perfetta, insomma là non ero al massimo della condizione».

La giornata da cancellare del 2023?

«La tappa delle Tre Cime. L’ho corsa senza alimentarmi dopo essere stato male tutta la notte. E stata un’impresa arrivare alla fine e un monumento va fatto ai compagni che mi hanno scortato. Quel giorno ho fatto più fatica che a Tokyo 2021 per restare, nell’ultimo giro incollato, alla ruota di Ganna».

Ti sei rifatto il giorno dopo sul Lusssari..

«E chi dimentica l’arrivo tra la mia gente? Fenomenale». 

In giugno al Giro di Svizzera hai perso anche il tuo amico e compagno Gino Mader...

«(si commuove ndr) Faccio fatica a parlarne, Gino mi accompagna ogni giorno nella mia professione, che poi è sopratutto un divertimento. Ci eravamo dati appuntamento alla prossima corsa...».

E Parigi?

«Certo, il 2024 è l’anno delle Olimpiadi, noi del quartetto dell’inseguimento abbiamo Parigi in testa. Battere la Gran Bretagna sarà dura, ma sappiamo come fare. Ora iniziamo a lavorare tra qualche giorno con il primo raduno a Montichiari, correremo gli Europei su pista in febbraio. Parigi è già nella testa».

Hai la fidanzata tedesca, come procede con la lingua?

«Beh, io malino. Samira, invece, parla già italiano e con un bell’accento friulano». —

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