Asya Tavano e il judo fatto in casa ora per allenarsi serve il papà

La 17enne friulana, bronzo europeo Under 18, è seguita giornalmente dal padre Il responsabile regionale Scano: le società inventano nuove forme didattiche

Enzo de Denaro /udine

Come fare se non ci si può toccare? Al momento è un’incognita per tutti indistintamente, ma il mondo dello sport si sta interrogando con insistenza nella speranza e con l’urgenza di scovare una soluzione che consenta la ripresa delle attività in sicurezza. C’è un mondo, quello degli sport da combattimento, per il quale il problema sembra senza soluzione, perché il contatto per il judo, la lotta o il karate, è proprio l’elemento imprescindibile che lo caratterizza. La presa per lo squilibrio, l’abbraccio per il lancio, ma anche il pugno ed il calcio per il ko, rappresentano i fattori tecnici senza i quali non c’è azione. Come se al gioco del calcio si togliessero le porte, al basket i canestri, alla pesistica i bilancieri.

«Il judo insegna a vedere l’opportunità nelle difficoltà. E seppure non sul tatami, in attesa di ripartire si va avanti grazie a quelle società che valorizzano nuove forme didattiche, ricercano nuove soluzioni, fanno progetti e stringono collaborazioni tenendo alta l’attenzione» ha detto il responsabile del judo regionale, l’udinese Sandro Scano. «È difficile fare programmi per il settore lotta – ha detto invece il referente regionale Martino Moroldo – ma dobbiamo farci trovare pronti quando il semaforo si accenderà sul verde e dovremo ripartire con il giusto ottimismo, anche se con qualche accorgimento in più».

Accorgimenti che, per il momento, gli atleti sembrano aver già trovato e messo in pratica. «Sono fortunata – ha detto Asya Tavano, 17enne dello Sport Team Udine, bronzo l’anno scorso agli Europei U18 – perché abito in campagna e oltre lo studio, che mi impegna molto, faccio allenamenti giornalieri nella piccola palestra che con mio padre abbiamo realizzato in garage: facciamo judo ogni giorno, con il supporto a distanza degli allenatori. Stiamo lavorando sul perfezionamento tecnico, sugli aspetti specifici del mio stile e spero di ritornare presto a gareggiare. Sono consapevole che ci saranno cambiamenti, ma non saprei dire quali, ciononostante spero di rivedere presto i miei amici e compagni di squadra e ritrovare con loro la normalità». Le 68 società della regione fra judo, lotta, karate, ju jitsu, contano più di 3.400 praticanti, hanno sacrificato l’organizzazione di decine di eventi e si sono attivate quasi tutte con proposte di vario genere, dal video della lezione da svolgere per conto proprio, all’incontro su zoom per un allenamento condiviso, ma non manca chi fra un webinar e l’altro infila anche appuntamenti di meditazione, allenamenti funzionali e, per i più piccoli, video di fiabe. —

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