La Procura Figc alla Juventus: violazione della lealtà sportiva, gli altri club restano fuori

Chiamatele sensazioni. O indiscrezioni. La giustizia sportiva ha deciso di non giocare d’anticipo su quella ordinaria in merito alle cosiddette «partnership opache» con altri club, anche l’Udinese, secondo le indagini dell’inchiesta Prisma (sui bilanci della Juventus), oltre a Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Bologna e Cagliari, tanto che gli incartamenti sono già stati inviati alle procure delle città di tutte queste squadre.
Compresa quella di Udine, come ha confermato negli scorsi giorni il procuratore del capoluogo friulano Massimo Lia. «Abbiamo ricevuto gli atti da Torino e al momento stiamo facendo le dovute valutazioni nel massimo riserbo. Ci riserviamo di fare qualsiasi altra comunicazione a tempo debito», ha concluso Lia senza alcun riferimento all’unico affare tra Juventus e Udinese, quello che ha portato in Friuli Rolando Mandragora nel 2018 in cambio di 20 milioni, poi rientrato a Torino due anni dopo, complice un obbligo di “recompra” che è finito sotto la lente degli inquirenti; parallelamente nel 2021 la Juve ha acquistato per la sua Under 23 il giovane della Primavera friulana Mattia Compagnon per 3,95 milioni.
Insomma, sono ancora troppe le incognite e così la Procura federale si è riservata di valutare le posizioni dopo le ulteriori indagini in corso (la Finanza ha effettuato delle perquisizioni nelle sedi di Roma, Lazio e Salernitana la scorsa settimana), coperte da segreto istruttorio.
In poche parole il procuratore Giuseppe Chinè sul “filone partnership” pare voler procedere con una sorta di archiviazione senza negarsi però la possibilità di una riapertura delle indagini per un pronunciamento anche della giustizia sportiva nel caso emergessero ulteriori elementi, come è accaduto già per la stessa Juventus nel “caso plusvalenze” che ha portato alla penalizzazione di 15 punti sulla quale pende il ricorso al Coni che si pronuncerà il prossimo mercoledì.
Meno “delicato” Chiné è stato sugli altri capitoli dei suoi approfondimenti – compreso quello sulla cosiddetta “manovra stipendi” – nella notifica di conclusione delle indagini recapitata ieri alla Juventus e a otto ex dirigenti del club torinese (da Andrea Agnelli in giù) che ora avranno 15 giorni di tempo per chiedere di farsi ascoltare o presentare delle memorie difensive. Dopodiché la procura federale si troverà di fronte a un bivio: da una parte l’archiviazione, dall’altra il deferimento e il successivo processo sportivo che potrebbe scattare alla fine del prossimo mese.
Un processo probabile, visto che, secondo le prime indiscrezioni, il procuratore Chinè ha contestato alla Juve la violazione dell’articolo 4 comma 1 del codice di giustizia sportiva per questi filoni. L’articolo sulla lealtà sportiva che può portare fino alla retrocessione.
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