Candela ricorda Galeone: «Ha saputo ridarmi l’entusiasmo»
Il francese racconta il mister che lo ha allenato ai tempi dell’Udinese. «Come Capello capì la mia indole, lasciandomi la libertà di inventare»

La folta chioma e quel capello lungo, così ribelle per antonomasia, a unirli per affinità. Anche per questo particolare si sono riconosciuti Vincent Candela e Giovanni Galeone, il tecnico avuto nella sua unica annata friulana targata ’05-’06, e oggi rimpianto anche dal francese che ha voluto ricordarlo così.
Candela, chi è stato per lei Galeone?
«Un allenatore che ha riconosciuto il mio estro, la mia libertà. L’ho avuto pochi mesi, ma conta la qualità del tempo e in quel periodo lui ha saputo ridarmi l’entusiasmo dei vecchi tempi. Ero a fine carriera, avevo dato tutto alla Roma di Fabio Capello, un altro che aveva capito il mio stile, la mia indole, e all’Udinese ho dato le mie ultime energie anche grazie a Galeone che mi ha permesso di esprimermi».
E che la piazzò davanti alla difesa...
«Come Capello, anche Galeone aveva capito come prendermi. Sapeva che doveva lasciarmi libero di fare, di creare, di giocare perché quando stavo bene potevo fare ancora la differenza per l’Udinese. Ha assecondato la mia indole senza ingabbiarla. Mi conquistò col suo spirito, si parlava non solo di calcio, ma anche di arte, delle bellezze d’Italia e Francia, e allora m’incuriosì e andai a scoprire, leggendo, che Galeone era considerato un innovatore al pari di Zeman che avevo avuto alla Roma».
Punti in comune tra i due?
«La sana follia, la fantasia al potere e quella voglia di prediligere il calcio offensivo, magari trascurando un po’ la fase difensiva. Il loro football si sviluppava molto dalla cintola in su. Con loro si cercava sempre il gol prima di tutto».
Ricordi di quel gruppo all'Udinese?
«Molti e tutti bellissimi, anche se fu una stagione travagliata passata dallo sfidare il Barcellona, a due passi dalla qualificazione agli ottavi di Champions, alle preoccupazioni per una salvezza da conquistare tra vari cambi di allenatori. Avevamo tanta qualità con Di Natale, Iaquinta e Di Michele».
Candela, arriva Roma-Udinese. Che partita si aspetta?
«Vedremo una Roma aggressiva che cercherà di concretizzare un po’ di più delle occasioni mancate a Milano. È una Roma che piace già, che prende pochi gol e che in mediana sta facendo vedere Pellegrini, Konè e Cristante in crescita, anche se in attacco manca ancora qualcosa. Il lavoro di Gasperini e della società è comunque evidente, con Gasp che ha già portato risultati buoni dando la sua impronta».
All’Olimpico tornerà Zaniolo da avversario...
«Sono passati un po’ di anni da quando ha lasciato la Roma, dove il rapporto non è finito bene, ma dove Nicolò ha dato comunque tanto, firmando anche il gol vittoria nella finale di Conference. Zaniolo ha un grande potenziale, ha avuto anni difficili e spero che riemerga presto. Intanto ha già segnato tre gol e ha cominciato bene come questa Udinese».
Domenica mancherà Dybala...
«Dybala è un patrimonio del calcio mondiale. Peccato si sia infortunato dopo un rigore sbagliato. Molti grandi, da Baggio a Maradona hanno sbagliato un calcio di rigore, ma l’importante è che torni presto».
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