Bentornati in Friuli, mandi fradis

UDINE. Pronti, si parte! Da giovedì 11 maggio incontreremo migliaia di penne nere. A Udine, sulle strade, nei nostri paesi. In tutto il Friuli si incrociano cartelli con i nomi dei gruppi Ana ospitati e in arrivo da ogni parte dell’Italia, bandiere tricolori ai balconi delle case, una diffusa aria di festa.
Un’adunata che per numeri si annuncia tra le più affollate, senz’altro la più imponente che mai sia stata ospitata a Udine. In cent’anni, qui, gli alpini si sono dati appuntamento ufficialmente cinque volte. Diventano sei se aggiungiamo il raduno spontaneo che ci fu nel ’76, quando in migliaia si precipitarono per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto.
Sono passati quasi cinquant’anni, ma è come fosse ieri per quell’abbraccio genuino che negli anni si è rafforzato e che si perpetua nel ricordo. A Gemona, giovedì 11 maggio, si commemoreranno le vittime del terremoto e quelle del Covid: gli alpini c’erano in entrambe le emergenze.
La 94ª Adunata a Udine suggella il vincolo di solidarietà, di valori e di senso civico che si rinnova tra le penne nere e i friulani.
Marceranno con orgoglio, con nostalgia per i tempi andati, con un pensiero per chi non c’è più e nella speranza che queste giornate possano essere un po’ più lunghe per intrattenersi in compagnia degli amici.
La fratellanza alpina non si spiega, nasce e si rafforza nello spirito di squadra e di appartenenza, attraverso il senso del dovere e le azioni concrete.
Celebrando gli alpini, c’è il rischio di inciampare nella retorica, c’è la consapevolezza che potrebbe affacciarsi qualche polemica, ma prevalgono la forza, il coraggio, il cuore, l’umanità, la partecipazione.
Bentornati in Friuli.
Mandi fradis. —
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