
Visintin spunta a sorpresa al Trieste True Crime: «Vorrei chiedere perché all’assassino di Liliana»
Il marito di Resinovich all’evento dedicato alla collana di libri Nem sui delitti
Sebastiano Visintin, il marito di Lilly, irrompe sulla scena della presentazione della collana sui delitti del Nord Est prodotta dai giornalisti dei quotidiani del Gruppo Nem e si conquista il palcoscenico, in un’intervista pubblica fuori programma.

Il true crime diventa ancora più vero, in carne ed ossa, davanti al pubblico. Visintin infatti al momento è l’unico indagato per l’omicidio della moglie, scomparsa nel nulla il 14 dicembre 2021, e poi trovata morta il 5 gennaio 2022.
Tutto era iniziato come una normale presentazione di un’iniziativa, non di un libro solo ma di una collana. A dialogare insieme c’erano la giornalista del Piccolo Laura Tonero e due vicedirettori dei quotidiani del gruppo Nem, Fabrizio Brancoli, con delega al Piccolo, e Paolo Cagnan, delegato al web nonché coordinatore della collana.

Accortisi della presenza di Visintin in sala, cambia immediatamente la scaletta.
“I giornali si fanno partendo con un’idea, poi irrompe in questo schema rigido la vita. Un giornalista capace deve capirlo questo e cambiare. Vedo in prima fila Sebastiano Visintin, non è una persona estranea alla narrazione che dobbiamo fare oggi. Vogliamo invitarlo a fare due chiacchiere con noi”
afferma Brancoli. Visintin accetta.

“Sebastiano non si è mai sottratto a una domanda”, sottolinea Tonero. “Un personaggio? Avrei preferito non esserlo. Avrei preferito avere Liliana vicino a me”, afferma in apertura dell'intervista Visintin.
Visintin si professa tranquillo come sempre, e nega di aver mai vacillato psicologicamente – come gli aveva suggerito Tonero, individuando due momenti chiave: quando un inquirente gli ha detto “Si liberi di un peso” poco dopo il ritrovamento del corpo e quando gli è arrivato l’avviso di garanzia, con scritto, nero su bianco, l’ipotesi di reato.
“Sono sereno e tranquillo, in quanto non ho nulla a che fare con la morte di Liliana”
, rivendica.
Certo, questi 4 anni non sono stati facili, lo sottolinea Visintin: “Tu sai che cosa ho passato io per 4 anni? – chiede a Tonero – Quattro anni di trasmissioni, di accuse, di Youtuber… hanno messo insieme cose che hanno devastato un po’ tutto, la Procura, gli avvocati. Prima di parlare di determinate cose pensateci un po’ su gli dico”.
Visintin ammette anche che sa che potrebbero venirlo ad arrestare da un momento all’altro: “Ogni giorno quando vado a casa vedo se c’è qualche macchina. Io dico sempre: se avete qualcosa in mano mettetemi le manette e portatemi dentro. Sono a disposizione”. Ma tornare a casa ogni sera è anche fonte di dolore, assicura: “Io sono un uomo di casa, io mi occupavo della pulizia anche quando vivevo con la prima moglie. Quando arrivo a casa preparo la cena, guardo la televisione, ma quando vado in camera da letto... Io ho lasciato tutto così. Gli armadi con i suoi vestiti, le sue scarpe…”.
Così anche nega di essersi mai liberato di oggetti di Lilly: “Quando vuoi vieni a casa – dice a Tonero – e te li faccio vedere. Io non ho mai regalato niente a nessuno”.
Dà conto della prima ipotesi che aveva fatto: che Liliana fosse stata rapita: “Girava questa ipotesi che fosse andata verso piazzale Gioberti, che poi fosse salita in macchina con qualcuno, oppure che qualcuno l’avesse rapita”.
E poi parla del biglietto di addio che gli inquirenti gli hanno chiesto insistentemente, e che qualcuno sospetta lui abbia fatto sparire: “Io non ho mai trovato niente, mi hanno tormentato per settimane, ma queste verità andranno cercate in un certo modo”.
E rivela che ancora prima del ritrovamento del corpo la pista che inseguivano gli inquirenti fosse quella del suicidio. Avvisaglie? “Piangeva a letto, tremava, ma lei diceva di aver sognato. Durante il giorno i nostri viaggi non traspare questo. Ho un 50-60 mila foto. Non me ne do ragione”.
Ma che cosa pensa che sia successo a sua moglie? “È un mistero incredibile. In 4 anni si è detto di tutto e di più. Non riesco a capire o immaginare che qualcuno le abbia fatto del male, o che Liliana si sia tolta la vita”.
Che cosa direbbe – chiede in conclusione Tonero – all’assassino della moglie se ce l’avesse davanti? “Gli chiederei ‘Perché hai fatto questo?’ Io voglio avere una risposta, voglio sapere che cosa è successo a mia moglie”.
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