Un viaggio di cinque mesi sulle tracce di Marco Polo: «Venezia traguardo finale»

Gidi ed Esther hanno percorso la Via della Seta in modo ecologico, nei villaggi hanno barattato i beni: «Volevamo vivere come una volta»

Maria Ducoli
Gidi Pols e la compagna Esther van der Valk
Gidi Pols e la compagna Esther van der Valk

Hanno attraversato l’Europa e l’Asia, rigorosamente senza mai prendere l’aereo, per mettersi sulle tracce di Marco Polo. Gidi Pols e la compagna Esther van der Valk, originari dei Paesi Bassi, il 6 ottobre sono arrivati a Venezia, ultima tappa di un viaggio durato cinque mesi. Un viaggio sulle tracce della storia, ma anche delle proprie radici familiari.

«Mia nonna è indonesiana, ha lasciato il suo Paese poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, così oltre a Marco Polo volevo cercare anche le mie origini», racconta Pols. Così, zaino in spalla, lui e la fidanzata cinque mesi fa sono partiti e hanno attraversato l’Europa, per poi arrivare in Asia Centrale, Mongolia e Cina, seguendo la Via della Seta.

«Abbiamo deciso di viaggiare in treno, con i mezzi pubblici, ma anche in bici e a piedi. Volevamo evitare l’aereo, insomma, scegliere soluzioni più ecologiche, ma anche in linea con le abitudini di viaggio del periodo di Marco Polo».

E, per entrare ancora di più nell’atmosfera dell’epoca, Pols e van der Valk si sono dati anche al baratto. «Siamo partiti con dei piccoli souvenir dai Paesi Bassi, tra cui delle porcellane olandesi, da scambiare con la merce del posto», racconta, «a poco a poco, abbiamo ottenuto altri oggetti tipici dei luoghi che abbiamo attraversato, dal cotone alle perle, ma anche le porcellane cinesi, un orologio sovietico e un abito da sposa con dei fili d’oro».

Di villaggio in villaggio, Gidi ed Esther hanno trovato ospitalità da parte delle persone del posto. Un viaggio intenso, ricco di emozioni soprattutto nella tappa indonesiana, ripercorrendo i luoghi in cui aveva vissuto la nonna. «È stata una bellissima esperienza, ricca di avventure, che ci ha fatto capire che possiamo andare dappertutto anche senza prendere l’aereo. Una scelta più ecologica, ma che ci permette anche di scoprire più cose».

Il momento più emozionante, nelle montagne più remote dell’Azerbajan, dove un venditore ambulante di cotone ha barattato alcuni tessuti con un profumo, introvabile in quella regione. «È stato bello aver reso qualcuno felice», commenta il viaggiatore olandese.

Sempre in Azerbajan, però, c’è stata qualche tensione: «Per arrivare in Kazakistan abbiamo navigato quattro giorni sul Mar Caspio: a causa della guerra era l’unico modo per arrivarci. Sulle prime c’è stata un po’ di paura, ma poi è andato bene», conclude.

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