Unabomber, 31 le persone coinvolte nella nuova inchiesta: l’udienza rinviata al 14 ottobre

Venti nomi in più comparsi in un allegato degli atti d’inchiesta

Gli avvocati in tribunale a Trieste: l'udienza sul caso Unabomber è stata rinviata al prossimo 14 ottobre
Gli avvocati in tribunale a Trieste: l'udienza sul caso Unabomber è stata rinviata al prossimo 14 ottobre

TRIESTE. Dovrebbero essere 31 le persone coinvolte nella riaperta inchiesta su Unabomber, vale a dire gli originari undici indagati e altre venti persone, che però non risultano indagate. Persone i cui nomi non sarebbero nuovi ma figurerebbero in un allegato degli atti d'inchiesta.

È quanto risulta ai legali di alcuni degli indagati che oggi hanno partecipato all'udienza convocata dal Gip Luigi Dainotti. Una udienza veloce di pochi minuti, rinviata al 14 ottobre prossimo. In Procura non hanno voluto lasciar nulla di intentato e, alla luce delle nuove tecnologie disponibili, sarebbero stati riscontrati nuovi elementi utili alle indagini.

L'udienza è stata subito rinviata perché i periti hanno chiesto più tempo per depositare la perizia sui Dna. Occorrerà parecchio tempo per reperire i campioni e, inoltre, non tutti gli indagati hanno dato il consenso. Ugualmente, non tutte le persone sono reperibili, o facilmente reperibili. Secondo quanto si apprende, tuttavia, la quasi totalità delle persone coinvolte hanno accolto la richiesta di sottoporsi al prelievo del proprio Dna, o si sono già sottoposte.

L'avvocata Alessandra Devetag, ad esempio, che difende sei degli undici indagati, presente stamani in Tribunale, ha detto di non essere riuscita a contattare una persona da lei difesa d'ufficio. Nonostante la rapidità dell'udienza, stamani è stato chiarito l'allargamento della platea delle persone coinvolte dagli originari undici indagati ad altre venti persone circa.

Caso Unabomber, udienza rinviata al 14 ottobre

Si tratta, ha spiegato l'avv.Leopoldo Da Ros, anche lui presente in Tribunale e che assiste i gemelli Benedetti di Sacile e Pilloni, di un elenco già previsto sin dall'inizio delle indagini, nominativi sono già contenuti nel fascicolo del pubblico ministero ma non inseriti nella lista degli indagati (come non lo sarebbero nemmeno oggi, a quanto risulta).

Come hanno spiegato i legali nell'originaria richiesta c'era un elenco con un rinvio alle pagine del fascicolo con questi ulteriori nominativi. Dunque i periti dovranno proseguire con l'attività di confronto con queste altre persone la cui verifica era stata solo prospettata, con ovvio allungamento dei tempi.


La riapertura delle indagini

Un anno fa il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, aveva disposto l’incidente probatorio nella riaperta inchiesta su Unabomber e sulle esplosioni a Nord Est tra il 1994 e il 2007. Il fascicolo è stato riaperto su richiesta del giornalista Marco Maisano e di due vittime degli attentati, Francesca Girardi e Greta Momesso, convinti che alcuni reperti - di cui ebbero l'autorizzazione a visionare - sarebbero stati maneggiati e forse contaminati. Maisano da tempo lavora a podcast su Unabomber; Girardi oggi ha 28 anni, nel 2003 a 9 anni, sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che gli esplose in faccia; Momesso a otto anni, nel 2005 fu vittima dell'esplosione di una candela-bomba in una chiesa.

A svolgere le indagini negli anni si sono alternati centinaia di investigatori coordinati da più procure: Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e, ultima, Trieste. Per questo il capoluogo giuliano è oggi il distretto giudiziario competente. Dell'inchiesta si occupano il Procuratore capo, Antonio De Nicolo, e Federico Frezza.

Il difensore di Zornitta

«Lascio immaginare come può vivere uno come quest'uomo con tutto quello che ha passato. È da venti anni nel tritacarne, ne ha passate di cotte e di crude, immeritatamente. Io sono stra-arci-ultra convinto della sua estraneità, ha pagato un conto eccessivo, provate a pensare come viva ora che, dopo venti anni, rientra nel tritacarne. È incredibile quello che è successo». Lo ha detto l'avv. Paolo Dall'Agnolo, difensore, insieme con Maurizio Paniz, dell'ingegner Elvo Zornitta, l'uomo sospettato, poi prosciolto, di essere Unabomber.

Dall'Agnolo è intervenuto oggi al termine della rapida udienza e rinviata al 14 ottobre prossimo. Il legale ha parlato del suo assistito come «vittima di un fatto gravissimo, al di là dell'imputazione finale di chi gli ha rovinato la vita».

In merito alla lunga storia giudiziaria del caso Unabomber, Dall'Agnolo ha ricordato che aver partecipato «al primo interrogatorio in questo palazzo nel 2004. Le carte le conosco, le indagini sono difficilissime, hanno indagato per anni tra i migliori poliziotti, hanno fatto tutto quel che andava fatto, e i procuratori che hanno supervisionato le indagini erano il meglio del Triveneto».

Infine ricordando quando gli era stato riferito dal genitore di una delle vittime che all'epoca era bambina, «Sono convinto che l'ing Zormitta non c'entri niente, anzi sia lui una delle vittime più vittime di questo mascalzone».

Notizia in aggiornamento

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