L’Oasi di Fagagna si allarga, nel 2025 sono nate 69 cicogne 52 ibis

I volatili simbolo della struttura hanno raggiunto i 170 esemplari, record a livello nazionale. Soddisfazione tra i volontari dell’organizzazione che gestisce il sito di proprietà del Comune

Raffaella Sialino
Alcune delle cicogne nate in Friuli
Alcune delle cicogne nate in Friuli

Exploit di nascite all’Oasi avifaunistica dei Quadris di Fagagna, situata lungo la strada che conduce a Caporiacco: sono venuti alla luce 69 cicogne e 52 ibis, ampliando così il numero di esemplari che popolano i sei ettari su cui si estende il parco.

Per quanto riguarda i volatili simbolo della struttura fagagnese, i 69 “nuovi pulli”, come si dice tra gli addetti del settore per indicare i neonati, portano il totale complessivo di cicogne presenti a 170, un record a livello nazionale. La soddisfazione tra la quindicina di volontari dell’“Oasi delle cicogne Odv”, organizzazione che gestisce il sito di proprietà del Comune, è alta poiché il numero di nascite è straordinario, rarissimo in Italia.

«I piccoli – spiega il presidente Marco Rustico – sono nati da 98 cicogne adulte: questi uccelli depongono da uno a cinque uova per nido. Nello specifico, le uova sono stati deposte a fine marzo, inizio aprile e si sono schiuse dopo circa 45 giorni. Di questi cicognini sono già stati inanellati 50 esemplari da parte dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Tutti i cicognini e qualche esemplare adulto, all’approssimarsi dell’autunno, migrano in Africa, che per loro rappresenta la zona di svernamento; si fermano per tre anni, fino al raggiungimento della maturità sessuale, poi fanno ritorno dove sono nate per riprodursi, quindi o all’Oasi o comunque in una zona vicina alla medesima latitudine».

In riferimento agli altri pennuti presenti a Fagagna, come anticipato, si sono registrate 52 nascite di ibis eremita, un animale vulnerabile, considerato in via di estinzione dall’Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura): al mondo restano poco più di 800 esemplari. All’Oasi ci sono oltre 200 ibis, 66 sono in voliera, quindi restano all’interno della struttura, ma ce ne sono anche 150 in libertà, che si riproducono nelle voliere aperte. I visitatori dell’area naturalistica possono osservare al suo interno anche alcuni mammiferi, sei esemplari di cavalli Konik che hanno dai 10 ai 20 anni d’età. Questi cavalli, unici in Italia, sono derivati dall’incrocio, utilizzato dai contadini in Polonia fino all’inizio del XIX secolo, tra il pony polacco e il tarpan, una tipologia di cavallo selvatico eurasiatico, ormai estinto.

Ai Quadris è anche presente e una vasta collezione di anatidi tra cui alzavole, casarche, oche selvatiche, oche collorosso, morette tabaccate e oche facciabianca. «Nel 2024 abbiamo avuto 10 mila visite – fa sapere Rustico – tra cui scolaresche e gruppi che ci vengono a trovare durante la settimana. Nel 2025 si è registrato un incremento dei visitatori con previsione di raggiungere le 12 mila presenze. L’Oasi è aperta da marzo a ottobre, alla domenica e nei festivi, dalle 10 alle 18, ma nei mesi di luglio e agosto l’orario è 9.30-12.30 e 14.30-18.30. Il boom di nascite ci fa guardare con più ottimismo al futuro: il nostro obiettivo è far diventare l’Oasi un hub per l’ambiente».

Molti ancora i progetti da concretizzare all’interno dell’Oasi, nata negli anni Ottanta e in continua crescita. In particolare, si punta al monitoraggio tramite Gps di alcuni esemplari di cicogne e ibis, ma anche alla realizzazione di un tunnel anti-insetto lungo 24 metri che consentirà, specialmente alle scolaresche, di visitare in sicurezza i 10 alveari della struttura; a settembre, poi, è prevista una mostra fotografica sui boschi, a ottobre un corso di bird gardening in collaborazione con Cjase Cocèl, e poi la ristrutturazione del Centro visite (oggi allo stato grezzo) da completare per marzo 2026 e il nuovo parcheggio antistante l’Oasi.

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