Maltrattavano i bimbi all’asilo, tre maestre sospese

Contestati abusi psicologici e anche fisici ai danni di minori di età compresa tra i 3 e i 5 anni: non potranno più insegnare per un anno. Sono state filmate per un mese nel Polesine

La Procura di Rovigo, a seguito di approfondite indagini delegate ai carabinieri della stazione di Polesella e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Rovigo, ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari di Rovigo la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio di educatrici di infanzia per la durata di 12 mesi nei confronti di tre educatrici, N.M. 58 anni, F.S. 61 anni e Z.M. 44 anni, in servizio con mansioni di insegnanti in una scuola dell’infanzia di Polesella (Rovigo) per  maltrattamenti continuati in concorso tra loro ai danni e in presenza di minori che frequentavano la scuola e con abuso di poteri inerenti un pubblico servizio. Fatti accertati nel novembre 2024. 

Il Gip ha disposto l’interrogatorio preventivo delle indagate, effettuato l’8 luglio. 

Le indagate hanno risposto all’interrogatorio dopo aver letto gli di indagine. Il Gip ha deciso, quindi, di accogliere la richiesta di misure cautelari interdittive della Procura, ritenendo che vi fossero sia i gravi indizi del delitto indicato che le esigenze cautelari prospettate dalla Procura.

Le misure cautelari interdittive sono state eseguite oggi, venerdì 11 luglio dai carabinieri.

Le misure sono state anche comunicate dai carabinieri all’organo competente a disporre la interdizione in via ordinaria (responsabile della struttura in possesso di qualifica dirigenziale) .

La complessa e articolata indagine ha preso avvio dalla denuncia di un genitore e ha consentito di accertare per mezzo di approfondimenti investigativi, tra cui assunzione di informazioni di più persone informate sui fatti e attività investigativa tecnica, nella specie intercettazioni ambientali audio-video per un periodo di 30 giorni presso la scuola, che le indagate hanno posto in essere, in ipotesi accusatoria, il delitto loro contestato di maltrattamenti psicologici e anche fisici ai danni e in presenza di minori di età compresa tra i 3 e i 5 anni, frequentatori della scuola a loro affidati.

La attività  permetteva di dare sostanziale conferma a quanto emerso dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, emergendo la realizzazione, in ipotesi criminosa, da parte delle indagate di condotte reiterate maltrattanti quotidiane,  con sofferenza psicologica e fisica ai danni dei minori, creando, come indicato nelle ordinanza del Gip che ha accolto la richiesta della Procura, un clima incompatibile con la finalità educativa e ricreativa propria della scuola di infanzia, con condotte idonee a prevaricare i giovani allievi, che venivano quotidianamente ripresi con urla, ingiurie, umiliazioni, privazioni, piccoli castighi e prospettazione di castighi (sottrazione delle scarpe, temporaneo isolamento dal gruppo, sottrazione della coperta o di un pupazzetto) mediante l’uso di linguaggio inappropriato e toni ingiustificatamente bruschi, con mortificazioni, frasi umilianti e strattonamenti.

Nello specifico questi comportamenti di maltrattamenti, descritti con l’indicazione di molteplici episodi a titolo esemplificativo nelle imputazioni, dei bambini piccoli comportavano sofferenze morali e anche fisiche, essendo i minori per la loro età particolarmente vulnerabili e incapaci a difendersi autonomamente, nonchè inclini a recepire in modo traumatico le condotte maltrattanti emergenti dalle investigazioni e indicate nelle imputazioni. 

La misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio di educatrici di infanzia per la durata di 12 mesi per le tre indagate è stata emessa dal Giudice su richiesta della Procura riconoscendo la sussistenza, oltrechè dei gravi indizi, anche della esigenza cautelare di evitare la reiterazione di analoghi reati da parte delle indagate in considerazione della abitualità della condotta, della gratuità delle reazioni delle indagate dinanzi a comportamenti infantili del tutto fisiologici e della pretesa di avere il diritto di agire in quel modo, nonché dal fatto che le indagate sono titolari di contratti a tempo indeterminato come educatrici di infanzia, risultando ancora in servizio. 

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