Al via in tutta Italia le lezioni a Medicina senza test: come funziona ora l’accesso
Dal 1° settembre il “semestre aperto” per 60 mila aspiranti medici. Tre prove scritte da 31 domande decideranno chi accederà ai 21 mila posti disponibili. Polemiche sul sistema e tempi stretti per le università

Debutta oggi, lunedì 1 settembre, in tutta Italia il nuovo accesso a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria senza il test: sono 53.825 gli iscritti, di cui ben il 70% studentesse. Il maggior numero si registra alla Sapienza (4810), alla Federico II di Napoli (3140), a Bologna (2635), a Padova (2629) e a Torino (2321).
La selezione è rimandata di qualche mese e per poter proseguire gli aspiranti camici bianchi dovranno superare gli esami degli insegnamenti del semestre aperto: Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia. Ciascuna materia permetterà di avere 6 crediti formativi per un totale di 18. Le prove saranno uguali a livello nazionale e si svolgeranno in contemporanea, nello stesso giorno. Gli studenti avranno a disposizione due appelli: il primo si svolgerà il 20 novembre, il secondo il 10 dicembre. Ci sarà poi una graduatoria nazionale, i posti a disposizione, in aumento rispetto al passato, sono infatti complessivamente poco più di 24 mila.
La valutazione finale
Il voto è dato in trentesimi, oltre alla lode. In caso di non ammissione a Medicina, dove i posti disponibili sono circa 21 mila in tutta Italia, questo potrà valere alla stregua di ogni altro esame universitario per iscriversi a un altro corso dell’area biomedica, farmaceutica, sanitaria e veterinaria. Quelle facoltà, cioè, che contemplino queste discipline nel piano di studi.
La ministra Bernini
Intanto la ministra, Anna Maria Bernini, ha segnalato all’Antitrust i diversi messaggi pubblicitari che promuovono corsi di preparazione a Medicina: l’ha fatto perché uno degli obiettivi della riforma è quello di eliminare la preparazione preventiva attraverso il ricorso a corsi privati.
Secondo la ministra non servono più nel momento in cui la riforma, queste le sue parole, «dà piena attuazione al diritto allo studio, rimettendo al centro gli atenei e garantendo agli studenti una valida alternativa, ovvero la preparazione universitaria».
Le altre lauree sanitarie
Il nuovo test di ingresso a Medicina ha richiesto uno sforzo non indifferente anche alle università regionali, costrette a modificare l’organizzazione della didattica per mettere a punto un semestre ad accesso libero senza dimenticare l’eventuale posizionamento degli esclusi.
La riforma coinvolge anche alcuni percorsi delle lauree sanitarie ritenute affini a Medicina. «L’aspirante medico che vuole iscriversi a Medicina – spiega la presidente della Conferenza dei corsi di laurea e laurea magistrale delle professioni sanitarie, Alvisa Palese – lunedì inizierà il semestre filtro: qualora non si collochi in posizione utile in graduatoria, dopo l’esame potrà scegliere uno dei 12 corsi affini sulle 23 lauree delle professioni sanitarie attivate a livello nazionale. Il ministro ha scelto come affini i corsi che avevano una quantità di iscritti inferiore ai posti a disposizione».
Si tratta di Infermieristica, Assistenza sanitaria, Educazione professionale, Ortottica e assistenza oftalmologica, Podologia, Tecniche uniche audiometriche, Tecniche audioprotesiche, Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Tecniche di neurofisiopatologia, Terapia occupazionale e Tecniche ortopediche. Non tutte sono presenti a Udine e a Trieste, dove, come altrove, le iscrizioni si chiudevano mercoledì 27 agosto.
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