Il Blue monday è una bufala: non esiste il giorno più triste dell’anno

Sulla salute mentale non si scherza: la formula matematica che individua la data dove “tutto richiama la depressione” è stata inventata per marketing

Daniela Larocca
Nel cartone Inside Out tristezza è di colore "blu". Un richiamo alla parola inglese "Blue" che indica proprio lo stato d'animo
Nel cartone Inside Out tristezza è di colore "blu". Un richiamo alla parola inglese "Blue" che indica proprio lo stato d'animo

Lunedì, gennaio, metà mese con bollette da pagare e lo stipendio che deve ancora arrivare. Tutta colpa del “Blue monday”, direbbero gli esperti social e i professori dell’università della vita. Ma il “Blue monday”’, in verità, non esiste. 

Pubblicità, social network e anche siti e giornali da anni cavalcano l’idea che ci possa essere una giornata, precisamente il terzo lunedì di gennaio, in cui il sole all’improvviso splenderebbe un po’ meno e in cui siamo saremmo autorizzati ad essere più arrabbiati, tristi e sofferenti (come se la domenica precedente e il martedì successivo fossero un toccasana per la stabilità mentale di ognuno di noi). 

Ma, va ribadito, il Blue Monday è una bufala, inventata, come spiega in un articolo Il Post, a metà anni Duemila per una campagna pubblicitaria, e “l’equazione” usata per calcolarla non ha alcun fondamento scientifico.


Tristezza=formula matematica

Non c’è nulla di veramente scientifico e tutto nasce da un’equazione matematica messa a punto nel 2005 quando, il canale tv britannico Sky Travel, dedicato ai viaggi, chiese a uno psicologo chiamato Cliff Arnall di trovare una formula per descrivere la sensazione di tristezza che sembrava riguardare molte persone dopo le feste natalizie. Il dottor Cliff Arnall, psicologo all’Università di Cardiff in Galles, stabilì che il terzo lunedì di gennaio è il giorno più deprimente di tutto l’anno.

Il ‘Blue Monday’: in inglese, infatti, ‘blue’ significa triste, depresso, malinconico.

Secondo lo psicologo, a influire sulla percezione di questo lunedì come il giorno più triste dell’anno sarebbero diversi fattori indicati come variabili:

  • condizioni atmosferiche (W);
  • debito (D);
  • salario mensile (d);
  • tempo trascorso dal Natale (T);
  • tempo trascorso dal fallimento dei propositi per il nuovo anno(Q);
  • livelli motivazionali bassi (M);
  • sensazione di una necessità di agire (Na).

La formula, che in realtà poco comprendiamo, dovrebbe risultare così:


{[W+(D-d)] xTQ} / (MxNa).
 

La bufala di Arnall e la formula del giorno più felice

A smontare ancora di più questa convinzione ci ha pensato anche il Guardian che già nel 2016 ha indagato sull’ingaggio di Arnall a Sky Travel: il nome dello psicologo è arrivato attraverso l’agenzia di comunicazione Porter Novelli e lo specialista delle formule tristi sarebbe, in sostanza, l’unico ad aver accettato l’ingaggio.

Va aggiunto anche che di questa fantomatica formula matematica girerebbero due versioni

Qualche anno più tardi, come spiega Wired in un articolo del 2020, lo stesso Arnall ha confessato  di essere stato contattato da un'agenzia che era alla ricerca di uno scienziato disposto a mettere la propria firma su uno studio con le conclusioni già scritte e del tutto privo di fondamento.

Fu proprio Arnall ad ammettere di aver accettato l'offerta mentre stava lavorando come tutor per gli studenti universitari, mentre tutti gli altri colleghi della stessa università rifiutarono di aderire a questa messinscena. Poco dopo Arnall creò anche una formula per calcolare il giorno più felice dell'anno, sotto pagamento dell'azienda di gelati Wall's, racimolando in tutto appena 1.650 sterline.
 

Il marketing che sfrutta la tristezza

Negli anni seguenti la bufala è stata sfruttata per promuovere prodotti e servizi in tutto il mondo, amplificata anche dai social network e dalle pubblicità. Non è raro, infatti, vedere canali e professionisti del web diffondere consigli per superare la depressione. 

Proprio per la mancanza di fondamenti scientifici, la storia del Blue Monday potrebbe inoltre avere effetti nocivi su chi realmente soffre di depressione: come ha riassunto Snopes, uno dei più famosi siti di fact-checking al mondo, associare cause arbitrarie o transitorie (come la fine delle vacanze di Natale o le bollette più alte) alla depressione potrebbe suggerire implicitamente che questa si possa curare con semplici scelte, come prenotare una vacanza o comprare qualcosa.

Sia chiaro, ben venga parlare di salute mentale, ma certo non è un solo giorno che risolve le cose o nel quale accendere il riflettore su una tematica sensibile come questa. L’unica certezza che va ribadita è che nessuno studio ha inoltre mai dimostrato che una certa data sia più triste di altre. Bisogna solo rivolgersi a professionisti e non affidarsi a formule matematiche. 

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