Geologo di 40 anni disperso in Alaska durante la missione di ricerca
Tragedia sul ghiacciaio Mendenhall: Riccardo Pozzobon, ricercatore dell’Università di Padova, sarebbe stato travolto dall’acqua di fusione mentre stava riempiendo una borraccia: ricerche concluse senza trovare il corpo. Il dolore della Società geologica italiana e dell’Ateneo

Tragedia in Alaska durante una missione di ricerca sul ghiacciaio Mendenhall. Riccardo Pozzobon, 40 anni, geologo padovano e ricercatore dell’Università, risulta disperso da martedì 2 settembre dopo l’incidente che lo ha visto coinvolto.
«Mentre riempiva la borraccia, sembra che sia stato travolto dall'acqua di fusione e sia scomparso. Le squadre di soccorso sono arrivate tempestivamente e durante l'intera giornata hanno continuato la ricerca di Riccardo, ma purtroppo hanno comunicato che le ricerche si sono concluse senza risultato», spiegano dalla Società geologica italiana.

Pozzobon era partito per l'Alaska con il progetto Gemini, finanziato dal National Geographic Grant Program, con l'obiettivo di studiare le fratture dei ghiacciai dell'icefield di Juneau, uno dei più estesi al mondo. Il team doveva condurre rilievi sul campo e osservazioni da satellite. Studiando i ghiacciai dell’Alaska, i ricercatori volevano esplorare i segreti nascosti nelle profondità ghiacciate di corpi celesti lontani come Europa o Encelado.
«È una notizia devastante e un profondo shock per tutti noi. Riccardo era un caro amico per molti, una persona meravigliosa, buona, allegra, generosa, empatica e gentile, oltre che un ricercatore appassionato che ha dato contributi significativi alle scienze planetarie», proseguono i colleghi.
Sono giorni di profondo dolore nel Padovano, dove Pozzobon viveva, e nel mondo dei geologi.
Il quarantenne lascia la moglie Claudia, il piccolo figlio Leonardo, i genitori e la sorella Patrizia.
Per sostenere la famiglia, la Società geologica italiana sta pensando di istituire un fondo per raccogliere donazioni.
Il profilo
Pozzobon, laureato in Geologia e Geologia Tecnica nel 2010 all’Università di Padova, ha ottenuto il dottorato di ricerca in “Geologia Planetaria” nel 2015. Nello stesso anno ha ottenuto all’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, un assegno di ricerca. Dal 2017 al 2020 ha lavorato come assegnista di ricerca al dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova occupandosi di geomodelli 3D delle sottosuperfici planetarie (Marte, Luna, Mercurio) e della caratterizzazione dei tubi di lava.
Il geologo è stato anche coinvolto in diverse attività nel campo mineralogico e in missioni spaziali per l’esplorazione planetaria, essendo membro del team e scienziato associato di alcuni sistemi di imaging montati su veicoli spaziali dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea.
Il cordoglio dell’Università
«Siamo tutti senza parole, affranti. L’intera comunità che forma l’ateneo patavino piange la scomparsa del nostro ricercatore Riccardo Pozzobon», afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova, «La morte lo ha colto mentre lavorava per il suo ateneo, mentre si cimentava in una delle sue passioni, analizzando i ghiacciai dell’Alaska all’interno di un progetto internazionale importante, finanziato dal National Geographic Grant Program. Il dolore e il senso di ingiustizia, impotenza di fronte a questa morte così prematura si accompagnano alla volontà, già da ora, di ricordare Riccardo. L’Università si stringe attorno alla compagna, al giovane figlio, ai genitori, alla sorella, alle amiche e agli amici del nostro ricercatore».
«Riccardo, che era in missione in Alaska, se ne è andato il 2 settembre scorso, lasciando in tutti noi un grande vuoto come uomo e come ricercatore. In questo tristissimo momento vogliamo portare e far sentire, come Dipartimento, la nostra vicinanza ai familiari e agli amici di Riccardo», scrive Nicola Surian, Direttore del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova.
«Riccardo era non solo un brillante ricercatore con una passione sconfinata per la geologia, ma era anche una persona generosa e capace di mettere sempre a disposizione le sue competenze con entusiasmo e con una felicità contagiosa. Il contributo scientifico che è riuscito a dare alla geologia planetaria è stato importantissimo ed è stato anche un esempio per la sua capacità di fare squadra e lavorare con tutti», afferma Francesco Sauro, speleologo e geologo che ha condiviso molte missioni sul campo con Riccardo.
In queste parole il commosso saluto di Matteo Massironi: «Ciao Riccardo, Caro carissimo amico, compagno di vita, di entusiasmanti scoperte ed esilaranti momenti di gioia. Le scienze planetarie senza il tuo talento non saranno più come prima, dura la nostra vita senza la tua generosa bontà, amaro ogni ricordo del tuo indelebile sorriso».
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