I lavoratori della Fenice in corteo contro la nomina di Beatrice Venezi
I dipendenti della Fenice e delle fondazioni liriche del Nord Italia hanno manifestato contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale

Tra le mani hanno cartelli e striscioni che indicano la fondazione di appartenenza. C’è la Scala, c’è l’Arena, fa capolino il Regio di Torino sulle scale della stazione di Santa Lucia. E non mancano nemmeno il Comunale di Bologna e il Verdi di Trieste.
Il corteo della Fenice è pronto a partire, a snodarsi per la città fino alla tappa conclusiva in campo San Fantin, di fronte alla Fenice. Un corteo contro le modalità di nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale del teatro da ottobre 2026, che ha mobilitato fondazioni da tutto il Nord Italia.
L’ouvertoure, in stazione, è in musica come è stato per l’assemblea concerto in campo Sant’Angelo lo scorso 17 ottobre. Questa volta, però, si è scelto un brano di Monteverdi. «Abbiamo scelto di camminare e far sentire la nostra voce», sottolinea Emiliano Esposito, artista del coro e rappresentante della Rsu, «Siamo lavoratrici e lavoratori della Fenice, parte di un mondo più ampio che vive grazie alla passione di chi lo costruisce. Questo mondo ha come valori il dialogo e il rispetto che sono stati traditi. La nomina di Venezi è stata decisa dal sovrintendente Colabianchi (e partono i cori e i “bu”, ndr), avvenuta senza confronto e senza condivisione. É una questione di dignità. Chiediamo coerenza, che il confronto torni a essere basilare. Camminiamo perché cultura non è di pochi ma di una comunità intera, e siamo qui. La fenice siamo noi e la nostra voce non può essere ignorata». La prossima tappa è campo Santa Margherita.
Il corteo
Le tappe si susseguono, da campo Santa Margherita ai Frari, in direzione San Bortolo e campo San Fantin. Di campo in campo, si sentono le voci delle fondazioni, unanimi: «La cultura non è obbedienza, non possono esserci nomine di questo tipo calate dall’alto senza confronto».
A Rialto, vengono calati gli striscioni in cima al ponte, prima di ricompattare le centinaia di persone in campo San Bortolo. «Siamo qui oggi per ribadire il nostro appoggio alla protesta.
É stato vietato di leggere il comunicato che spiega le ragioni della revoca della nomina, ma noi non siamo annoiati di ascoltare», sottolinea Pisana Visconti a nome del gruppo di abbonati, «c’è un clima surreale di like. Non ci sentiamo distolti dal godimento musicale, piuttosto guardiamo al silenzio prolungato del sovrintendere Colabianchi, le frasi di dileggio del sindaco Brugnaro e del sottosegretario Mazzi, la prepotenza di nomine che attaccano la dignità del lavoro». E si moltiplicano gli applausi.
Davanti al teatro
Circa un migliaio di persone per supportare la Fenice. Il sostegno arriva anche dai passanti, chi si ferma per un applauso, chi li invita a continuare e tenere alto il ruolo della Fenice. E si arriva proprio in campo San Fantin, sulle scale del teatro. Parla l’ultima fondazione, il Verdi di Trieste, poi la conclusione tra i lunghi applausi. Vengono ripercorse tutte le tappe che hanno portato al corteo, dalla prima indiscrezione sulla nomina di Venezi sulla Nuova del 13 settembre fino a oggi.
«Grazie per essere stati parte di questo cammino», sottolinea Emanuele Esposito della Rsu della Fenice, «il valore della Fenice nasce da chi lo costruisce ogni giorno. Grazie per aver camminato con noi. Non siamo soli: la Fenice è una comunità viva. Continueremo ad alzare la voce insieme con la stessa determinazione». Applausi e ovazioni.
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