«Troppe regole»: dalle Camere di commercio un appello collettivo all’Ue
A Gorizia riunione plenaria degli enti dell’Alpe Adria: «Serve competitività, chiediamo meno burocrazia e di essere ascoltati sui nuovi regolamenti»

Un forte appello alla sburocratizzazione a sostegno della competitività è quello che la rete della Camere di commercio della nuova Alpe Adria, riunita a Gorizia, ha rivolto all’Europa. Tra i temi emergenti, anche quelli legati alle infrastrutture, alla transizione digitale ed energetica, alle difficoltà di credito e all’esigenza di garantire un sostegno alle Pmi, oltre che all’inverno demografico e alla carenza di manodopera.
Ne hanno discusso tra lunedì e martedì i presidenti delle Camere di commercio Venezia Giulia, Udine-Pordenone, Bolzano, Unioncamere Veneto, della Camera nazionale dell’artigianato e della piccola impresa della Slovenia, la Camera nazionale dell’Industria e del commercio della Slovenia, la Camera dell’economia della Carinzia e della Stiria, la Camera della contea di Pola, la Camera nazionale croata del commercio e dell’artigianato.
Meno burocrazia
«Chiediamo a Bruxelles meno burocrazia e di essere ascoltati prima della redazione dei Regolamenti, perché la loro eccessiva complessità strozza le nostre imprese». È il grido di allarme condiviso che il Network delle Camere di commercio della Nuova Alpe Adria ha lanciato da Gorizia.
«Rappresentiamo quasi 850 mila imprese in quattro paesi e nove milioni di persone – ha sottolineato Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia – e i colleghi italiani, sloveni, austriaci e croati hanno tutti condiviso la necessità di chiedere all’Unione europea di non complicare con l’eccessiva burocrazia la vita alle piccole, medie imprese che sono l’asse portante delle economie di questi paesi».
Un problema, quello dell’appesantimento provocato dai regolamenti Ue, che non conosce confini, come sottolineato da Blaž Cvar, presidente della Camera di artigianato e Pmi della Slovenia: «Dobbiamo essere ascoltati prima per poter indirizzare l’Europa a sostenere il mondo economico», ha sottolineato.
«Questa è per noi la semplificazione», ha aggiunto Paoletti, a margine della sessione mattutina della 14 esima Conferenza del Naan. In un contesto reso difficile dalla burocrazia diventa ancora più importante però il sostegno alle Pmi, invocato dal presidente di Unioncamere Veneto Antonio Santocono. «Anche perché l’accesso al credito resta sempre difficile», ha sottolineato.
Infrastrutture
Da un lato Stiria e Carinzia sono pronte a metà dicembre ad aprire il nuovo tunnel della Koralm, che connetterà Graz e Klagenfurt in 45 minuti rispetto alle tre ore attuali, dall’altro Fvg e Carinzia attendono la riapertura del passo di Monte Croce Carnico, un collegamento strategico per l’area di confine.
«Il tunnel della Koralm è strategico nell’asse Baltico-Adriatico che coinvolge i porti di Trieste e Venezia – ha affermato il presidente della Cameria dell’economia della Carinzia Jugen Mandl –, il trasporto di merci e persone dei nostri territori sarà più veloce. L’opera avrà un impatto positivo sull’economia dell’area. Le infrastrutture sono fondamentali per essere competitivi ed essere così capaci anche di trattenere i nostri giovani».
Il consigliere della Camera di commercio di Udine-Pordenone Alessandro Tollon si è fatto portavoce invece dell’esigenza di accelerare la riapertura della Strada statale 52 bis “Carnica”: «È un’infrastruttura strategica», ha detto preannunciando la richiesta da parte delle Camere di commercio dell’area coinvolta di un incontro con i governatori di Friuli Venezia Giulia e Carinzia «per ottenere lo sblocco delle opere».
Contesto internazionale
Inevitabile il confronto con le politiche tariffarie statunitensi, ma anche con i conflitti in atto che stanno costando migliaia di vite, stanno devastando interi territori e contribuiscono in ogni caso alle tensioni e alle incertezze per mercati e imprese.
Dal network e dal presidente Paoletti è partito un forte richiamo alla «pace giusta», «frutto di dialogo, compromessi, confronti diplomatici come avvenuto in Medio Oriente in questi giorni». «È solo in un’economia di pace che i traffici non lasciano spazio alle armi, ma portano benessere ed equilibrio sociale», ha dichiarato in conclusione Paoletti.
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