Bocciatura definitiva per il terzo mandato, la commissione dice no
Con 15 voti contrari, 5 favorevoli e 2 astenuti, la commissione boccia l'emendamento sul terzo mandato. La Lega tenta il colpo in extremis: fine dell’epoca Zaia, mentre Fedriga resta in bilico in attesa della Consulta

Con 15 voti contrari, cinque a favore e due astenuti in Commissione Affari Costituzionali al Senato tramonta definitivamente l’ipotesi del terzo mandato.
L’emendamento presentato dalla Lega nell’ultimo giorno disponibile, per far vedere a Luca Zaia che la battaglia in suo sostegno sarebbe stata combattuta fino all’ultimo, è stato bocciato in commissione.
Ora si apre ufficialmente la corsa al suo successore per il governatore Luca Zaia.
Il voto e l’incognita Friuli Venezia Giulia
Forza Italia e Fratelli D’Italia hanno votato contro, ad eccezione del presidente della commissione Balboni che si è astenuto. A favore la Lega, Italia Viva e un esponente delle autonomie.
Astenuti il presidente Alberto Balboni (FdI) e Domenico Matera (FdI): hanno votato a favore i tre leghisti, Dafne Musolino (Italia Viva) e Meinhard Durnwalder (Südtiroler Volkspartei). Contro tutti gli altri.
Inevitabilmente il parere della Commissione interessa anche il Friuli Venezia Giulia e quindi il suo governatore Massimiliano Fedriga, da sempre acerrimo nemico del limite dei mandati per i governatori di regione.
Tuttavia, essendo il Friuli Venezia Giulia una regione a statuto speciale c’è ancora una piccola speranza legata alla pronuncia della corte costituzionale, attesa entro l’estate.
La reazione dei dem
“Era già tutto deciso, ma si è voluto insistere per mesi solo per ‘salvare Zaia’. Dopo quindici anni da presidente del Veneto, è tempo di cambiare”, dichiara Andrea Martella, segretario veneto del Pd, commentando lo stop in commissione all’emendamento sul terzo mandato.
“Ci hanno provato in tutti i modi, ma la legge è chiara: i mandati sono due e Zaia li ha già superati. La maggioranza non cambierà le regole solo per lui”, aggiunge Martella, che critica il centrodestra per aver perso mesi inseguendo “una battaglia di potere”, mentre i cittadini aspettano risposte su lavoro, sanità e ambiente.
“Il nostro percorso è trasparente e basato sui contenuti. A Zaia ricordo: c’è un tempo per ogni cosa. Anche per lasciare”, conclude.
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