Bloccato a Tel Aviv ed espulso, don Nandino Capovilla torna a casa: «Sanzioni allo Stato di Israele»
Accolto da amici e attivisti al Marco Polo di Venezia, il parroco della Città di Marghera è rientrato dopo sette ore di fermo a Tel Aviv e l’espulsione per “motivi di sicurezza”. Da anni impegnato nei pellegrinaggi di pace con Pax Christi, ha denunciato duramente le violenze israeliane

Don Nandino Capovilla, parroco della Città di Marghera è tornato a casa. Oggi (12 agosto) l'arrivo all'aeroporto Marco Polo, accolto da un gruppo di amici ed esponenti di associazioni della città. Ed è scattato l'urlo collettivo del "Free, free, Palestine".
Pax Christi Italia annuncia per domani una conferenza stampa online via Facebook per dare voce alla protesta per la vicenda, incredibile, di don Nandino Capovilla. Il sacerdote da decenni proprio ad agosto con Pax Christi organizza un pellegrinaggio a Gerusalemme. Tanti anni di viaggi e dialoghi che gli hanno permesso di maturare una forte vicinanza al popolo palestinese. Il suo ultimo libro è proprio "Sotto il cielo di Gaza". Ieri all'arrivo all'aeroporto di Tel Aviv don Nandino è stato bloccato, trattenuto per sette ore dalle forze di sicurezza e poi ufficialmente espulso per problemi di sicurezza.
Una vicenda quella di don Capovilla che ha scatenato una ondata di indignazione in tutta Italia e che ha visto l'intervento anche del ministro Tajani presso l'ambasciata italiana in Israele.
Ieri sera a tarda ora don Nandino ha fatto sapere di essere libero, in procinto di rientrare in Italia dopo sette ore di detenzione. «Dedicate poche parole per dire che sto bene ma tutte le altre vanno usate per chiedere sanzioni allo Stato di Israele che tra i suoi "errori" bombarda moschee e chiese mentre i suoi orrori si continua a fingere che siano solo esagerazioni».
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