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Ordine delle Professioni Infermieristiche Udine

L'infermiere in prossimità del cittadino

Nel panorama territoriale l’in- fermiere offre le proprie com- petenze nelle strutture sanitarie e al domicilio offrendo vicinan- za e continuità nella presa in ca- rico alle persone con problemi di salute. Secondo il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (2021) un obiettivo da perseguire è “.. rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.” Secondo il Rapporto Osserva- salute 2020 adeguate cure al domicilio possono ridurre le ospedalizzazioni e favorire di- missioni precoci attraverso dei modelli di assistenza domiciliare. Sempre dallo stesso Rap- porto (2018) le cure domiciliari vengono descritte come il luogo elettivo, da ricercare e proporre per la cura di pazienti cronici e multicronici, con fragilità e disabilità all’interno della rete territoriale. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle patologie croniche, della disabilità e della comorbidità necessitano nel futuro un potenziamento dei servizi sanitari in prossimità delle persone che vivono queste condizioni e dei loro famigliari. Abbiamo intervistato degli in- fermieri che svolgono la propria professione nei contesti di vicinanza alla comunità.

L'INFERMIERE DI COMUNITA'

La figura infermieristica storicamente radicata nel territorio è l’infermiere di famiglia o di comunità. Secondo una nota della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) in futuro “l’obiettivo è mantenere, e migliorare nel tempo, l’equilibrio e lo stato di salute della famiglia, nella comunità, aiutandola a evitare e/o gestire le minacce alla salute. L’infermiere di famiglia svolge il suo ruolo nel contesto comunitario di cui fanno parte la rete dei servizi sanitari e sociosanitari, le scuole, le associazioni e i vari punti di aggregazione. Egli può̀ gestire i processi infermieristici in ambito familiare e di comunità̀ e opera in collaborazione all’équipe multiprofessionale per aiutare individuo e famiglie a trovare le soluzioni ai loro bisogni di salute e a gestire le malattie croniche e le disabilità.” Per cogliere alcune delle prerogative di questo modello esistente abbiamo intervistato due colleghe del Distretto di Cividale, la Dott.ssa Oriecuia e la Dott.ssa De Sarno.

COME POSSONO I CITTADINI ACCEDERE AI SERVIZI FORNITI DAL DISTRETTO E DALL’INFERMIERE DI COMUNITÀ?

La Dott.ssa Oriecuia: “Abbiamo un punto di accoglienza ove il cittadino può accedere per informazioni relative ai bisogni di salute propri e della famiglia quali l’attivazione dell’infermiere di famiglia al domicilio e l’accesso a dispositivi per la fragilità (letti articolati, presidi di assorbenza, ausili per la mobilità). L’infermiere di comunità può essere inoltre attivato da una richiesta diretta del medico piuttosto che dal presidio ospedaliero alla dimissione. Nei diversi paesi, in collaborazione con i Comuni di riferimento del Distretto, è attivo anche l’ambula[1]torio di comunità.

QUALI SONO LE INTEGRAZIONI MULTIDISCIPLINARI?

Prerogativa del Distretto è la componente multidisciplinare. Principale è il rapporto con il medico di medicina generale altre collaborazioni sono quelle con medici specialisti e con i fisioterapisti e gli assistenti sociali che operano sul territorio. Fondamentale è il rapporto di reciprocità tra gli infermieri che lavorano in ospedale e i colleghi del territorio al fine di favorire la continuità delle cure e condividere competenze per offrire le migliori risposte in termini di salute.

QUALI LE PECULIARITÀ DELL’ATTIVITÀ INFERMIERISTICA NEL TERRITORIO?

La Dott.ssa De Sarno sottolinea l’impegno dell’infermiere al domicilio che non prevede solo l’erogazione di una prestazione ma la presa in carico di una situazione familiare come nell’assistenza fornita ai bambini e ai pazienti oncologici, situazioni assistenziali che richiedono anche ascolto e continuità. Elemento fondamentale è l’educazione atta a favorire l’autonomia dei caregiver.

QUALI SONO I FEEDBACK RICEVUTI DAL CITTADINO?

Molti sono i feedback positivi che pervengono e che sono in grado di restituire valore all’impegno, dedizione ed organizzazione del gruppo di lavoro. Un cittadino scrive: “Solo sapere che c’è qualcuno a cui rivolgersi nei momenti di necessità non ti fa sentire solo, anzi ti dà una sicurezza che ti aiuta a procedere. Per questo voglio ringraziarvi, per la disponibilità, la generosità e le competenze che avete sempre dimostrato.” Le seguenti parole di una infermiera, scritte a descrivere il significato del proprio lavoro, toccano il cuore del lavoro nella sua essenza: “Ogni giorno noi infermieri quando andiamo presso il domicilio dei pazienti vediamo e tocchiamo con mano la vera sofferenza, la paura della morte, l’incertezza della guarigione, la solitudine della malattia. Misuriamo la nostra professionalità e il nostro “saper essere” nell’approcciarci al malato, sapendo di non avere sempre la “cura”, o una soluzione da poter offrire. Molte volte ci accompagna la paura di non essere in grado di gestire situazioni complesse nell’intimità domestica dei pazienti, ma l’anteporre il bisogno del malato azzera ogni nostra emotività.”

L’INFERMIERE IN FARMACIA

I cittadini da sempre identi­ficano nella farmacia un punto di riferimento per la propria salute. Nell’ultimo decennio le farmacie, tramite leggi nazionali, hanno ampliato i servizi o‑ erti con la possibilità di attivare un servizio infermieristico al ­ fine di erogare prestazioni che variano dalla somministrazione di cicli di terapia, alla gestione di medicazioni, alla rilevazione di parametri ed esecuzione di prelievi sino all’educazione terapeutica. Per approfondire questo modello abbiamo intervistato il responsabile della Farmacia Favero, il Dott. Michele Favero, e l’infermiere che collabora con lui, il Dott. Canino. “Per come abbiamo impostato la nostra farmacia, anche secondo le tradizioni di mio papà, in far[1]macia c’è la cura verso la persona. Integrare una ­ gura professionale come l’infermiere, con competenze diverse da quelle già espresse dal farmacista, rappresenta un ampliamento del servizio o‑ erto al cittadino” a‑ erma il Dott. Favero.

Alla domanda “COME LA FIGURA INFERMIERISTICA RISPONDE ALLE ESIGENZE DEL CITTADINO?” ci risponde l’infermiere che spiega come in questo periodo sia elevata l’attività di svolgimento di tamponi. Altre attività che ha ad ora erogato sono terapie intramuscolari o sottocutanee, la rimozione di punti di sutura, la presa in cari[1]co di lesioni o ferite complesse, l’assistenza a pazienti anziani con prestazioni ed interventi educativi ­ finalizzati a risolvere e prevenire problemi di stipsi e l’assistenza ad un paziente diabetico per educarlo ai nuovi schemi terapeutici, all’auto-somministrazione della terapia con insulina e alla gestione autonoma della patologia. Educazione, sottolinea, che differisce dalla sola erogazione di informazioni.

QUALE EVOLUZIONE VEDRESTE PER QUESTO MODELLO DI INTEGRAZIONE DELL’INFERMIERE IN FARMACIA? Il Dott. Favero “C’è la volontà di ampliare i servizi a domicilio ed aiutare il cittadino sulle condizioni di cronicità tramite interventi tecnici ed educativi volti alla prevenzione di riacutizzazioni di patologia.

AD ORA COME PUÒ ATTIVARE IL CITTADINO QUESTO SERVIZIO? “Rispondiamo attraverso contatto telefonico o via messaggio.” QUALE È IL VALORE AGGIUNTO DELL’INFERMIERE VICINO AL CITTADINO? “Quando l’infermiere entra nella casa di una persona si vedono tutte le cose di cui può necessitare oltre ad una prestazione da eroga[1]re ed è possibile pertanto fornire informazioni, favorire educazione e creare un legame di ­ fiducia.”

L’AMBULATORIO INFERMIERISTICO

Un’altra forma professionale con cui l’infermiere ha ampliato la propria presenza in prossimità al cittadino è la libera professione. Abbiamo intervistato la Dott.ssa Fabris, la quale gestisce la struttura sanitaria a Remanzacco “In Salute Poliambulatorio” offrendo servizi sia in sede che al domicilio integrando l’o‑ erta del sistema sanitario nazionale. Francesca afferma “…la richiesta di prestazioni assistenziali territoriali è in continuo aumento.” Il cittadino può accedere ai servizi su appuntamento chiamando oppure prenotando sul sito internet. I tempi di attesa sono generalmente brevi.

PER COSA IL CITTADINO PUÒ RIVOLGERSI LL’AMBULATORIO INFERMIERISTICO? “Ad esempio per esecuzione di analisi, medicazioni, iniezioni, clisteri evacuativi sia per la preparazione per esami diagnostici che per problemi costipativi; questi ultimi sono prestazioni che vengono richieste da una popolazione carente di nozioni di corretta alimentazione a cui fornisco informazioni per migliorare e risolvere la problematica.”

SI PUÒ AFFERMARE, QUINDI, CHE SVOLGI ALL’UTENTE ANCHE EDUCAZIONE ALLA SALUTE? “Sì, inizialmente pensavo che fosse un’attività marginale ma successivamente ho riscontrato che è una componente importante della mia attività con risconti molto positivi.” QUALI ALTRE PROFESSIONALITÀ RUOTANO NEL POLIAMBULATORIO? “Siamo un team composto da diverse professionalità sanitarie, lavoriamo in sinergia e i casi che necessitano vengono valutati per una presa in carico multidisciplinare.”

QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE RITIENI POSITIVI PER L’UTENTE CHE SI RIVOLGE AL TUO AMBULATORIO? “Quando prendo in carico un paziente per qualsiasi bisogno assistenziale lo seguo in tutto il suo percorso, senza interruzione. Questo determina l’instaurarsi di un rapporto di riferimento e di ­ fiducia quasi familiare, pur mantenendo un rapporto strettamente professionale.”

CHE RITORNO HAI AVUTO DAL CITTADINO PER QUESTO TUO IMPEGNO, RISPETTO AL MODELLO CHE HAI SCELTO DELLA PRESA IN CARICO TOTALE? “Fortunatamente, posso dire che la maggior parte delle persone che hanno usufruito dell’ambulatorio infermieristico sono state soddisfatte. Si sono sentiti ascoltati in relazione alle loro problematiche di salute e gran parte degli utenti sono ritornati anche per un semplice consulto. Il fatto che l’utente voglia avere il mio punto di vista professionale per me è un feed-back molto importante ed appagante dal punto di vista professionale.”

SECONDO TE LE RISORSE INFERMIERISTICHE PRESENTI SUL TERRITORIO SONO SUFFICIENTI A RISPONDERE A TUTTE LE ESIGENZE DEL CITTADINO? “Il sistema sanitario territoriale è presente per il cittadino e funziona però c’è un numero limitato di infermieri dedicati all’assistenza territoriale mentre dall’altra parte c’è una richiesta in continua crescita, per cui c’è non è sempre facile rispondere alle aspettative del cittadino che attende precocemente di venir soddisfatto del suo bisogno.

 

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