Vigilessa uccisa, imputato cancellò chat poco prima della morte

Consulente Procura: 'Sicuro che le cose andarono così'

(ANSA) - BOLOGNA, 23 GIU - "Questa è una analisi interpretativa, non è una verità divina, ma sono sicuro che le cose sono andate così. Fino alle 15.39 Giampiero Gualandi ha interagito col contatto di Sofia Stefani, quindi la cancellazione della chat è avvenuta in un arco di tempo che arriva fino alle 15.55". Ovvero poco prima della morte di Sofia Stefani. Lo ha detto il maresciallo maggiore del nucleo investigativo dei carabinieri di Bologna, Matteo Filippone, testimoniando davanti alla Corte d'Assise di Bologna, presieduta dal giudice Pasquale Liccardo, nel processo a Giampiero Gualandi, 63enne ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia (Bologna) accusato dell'omicidio volontario aggravato (dai futili motivi e dal legame affettivo) della collega Stefani, 33 anni, con cui aveva una relazione extraconiugale. Stefani è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi nell'ufficio dell'uomo, al comando di Anzola. Per la difesa dell'imputato si è trattato di un colpo partito accidentalmente durante una colluttazione, mentre per la Procura Gualandi ha ucciso Stefani intenzionalmente. Nell'udienza odierna si è svolto il controesame del perito informatico della difesa di Gualandi (presente in aula accanto ai suoi avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli), Lorenzo Benedetti, secondo il quale la cancellazione della chat non fu totale "ma selettiva", e il confronto con il consulente dell'accusa, maresciallo Filippone. Successivamente è cominciata la deposizione del consulente balistico della Procura (procuratrice aggiunta Lucia Russo), il maresciallo del Ris Luigi Desideri. (ANSA).

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