Urbanistica, Consiglio di Stato boccia ricorso del Comune Milano

Sul caso già a processo di via Fauchè, 'non bastava una Scia'

(ANSA) - MILANO, 04 NOV - Le "caratteristiche dell'intervento" edilizio "esorbitano dai confini della nozione di 'ristrutturazione ricostruttiva'" e "inducono a qualificarlo come 'nuova edificazione', con ciò che ne consegue in termini di titolo abilitativo" che era "necessario", ossia un "permesso di costruire, non sostituibile", come invece avvenuto, "dalla Super-Scia", ossia un'autocertificazione di inizio attività. Lo scrive il Consiglio di Stato nella sentenza che, respingendo l'appello del Comune di Milano, ha confermato, nella parte relativa alla "qualificazione dell'intervento e alla conseguente individuazione del titolo abilitativo necessario", la sentenza del Tar lombardo dell'agosto 2024 sull'intervento immobiliare di via Fauchè, uno dei presunti abusi edilizi finiti al centro delle inchieste dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con l'aggiunta Tiziana Siciliano, sulla gestione urbanistica della metropoli. L'intervento consisteva "nella demolizione di un vecchio fabbricato adibito a laboratorio-deposito e nella realizzazione in suo luogo di una palazzina residenziale avente due piani fuori terra e un piano seminterrato". Sul caso di via Fauchè, come su diversi altri, è già in corso un processo per imputazioni di abuso edilizio e lottizzazione abusiva per quella nuova costruzione spacciata, secondo i pm, per ristrutturazione, senza un piano particolareggiato che doveva tener conto degli annessi servizi per i cittadini della zona interessata. Dagli atti acquisiti al giudizio, tra l'altro, "non si ricava quella certezza in ordine all'esatta cubatura e sagoma d'ingombro dell'edificio demolito che si vorrebbe recuperare". Il Tar aveva annullato il provvedimento con cui il Comune aveva "attestato la conformità edilizia e urbanistica dell'intervento". Verdetto oggi confermato. (ANSA).

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