Tragedia piazza S.Carlo, la famiglia del piccolo Kelvin chiede indennizzo

(ANSA) - TORINO, 12 DIC - Si chiama Kelvin e la sua storia diventò uno dei simboli della tragedia che il 3 giugno 2017, a Torino, piombò su piazza San Carlo con un bilancio di due morti e oltre 1.500 feriti. Il bimbo, di origine cinese, si era ritrovato in mezzo alla folla in preda al panico che fuggiva per ogni dove: fu salvato da due persone - un italiano e un marocchino - che gli fecero da scudo, quindi preso in consegna da un poliziotto, ma rimase ferito in modo grave e restò per qualche giorno in coma prima di essere dimesso. A distanza di più di otto anni è in via di definizione l'azione civile che i suoi familiari hanno promosso per ottenere un indennizzo. A patrocinare gli interessi dei parenti di Kelvin sono gli avvocati dello studio legale torinese Ambrogio e Commodo. che hanno già seguito, nel corso degli anni, una mezza dozzina di cause analoghe. In questo caso, secondo quanto si è appreso, la citazione è stata inoltrata al Comune di Torino, alla Prefettura (in quanto emanazione del ministero dell'Interno), all'agenzia Turismo Torino (che organizzò la serata in piazza San Carlo) e all'architetto che si occupò della progettazione. Il 3 giugno 2017 decine di migliaia di persone si radunarono in piazza San Carlo per seguire su un maxi-schermo la finale di Champions League fra Juventus e Real Madrid. Verso la fine della partita si scatenarono una serie di ondate di panico a causa - come venne accertato in seguito - di una banda di rapinatori che sparse spray al peperoncino. Uno dei processi riguardò però anche le lacune nell'organizzazione e nella gestione dell'evento: l'architetto patteggiò la pena e fra i condannati figurò anche l'allora sindaca Chiara Appendino (in appello bis). (ANSA).
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