Temi sociali e femminicidio al centro di un'opera musicale

Il 30 settenbre al teatro Pavarotti per Modena Belcanto Festival

(ANSA) - MODENA, 29 SET - La velocità dei cambiamenti sociali, la superficialità dei rapporti, l'instabilità emotiva e la tendenza al narcisismo sono le tematiche al centro dello spettacolo "Gli uomini visti dall'alto", un'opera scritta a più mani dal docente e composotore Antonio Giacometti e da Francesco Luppi, Filippo Passarella e Riccardo Bazzoni, allievi del Conservatorio Vecchi-Tonelli di Modena che lo ha prodotto. Dopo una novità dal passato (la prima esecuzione in epoca moderna dell'Oratorio "Il martirio di Santa Teodosia" di Alessandro Scarlatti, presentato per i 300 anni dalla morte del compositore palermitano), il Modena Belcanto Festival prosegue dunque con questa novità assoluta appena composta, in scena il 30 settembre alle 20 al Teatro Comunale Pavarotti-Freni. Il lavoro è anche un omaggio a Jean-Paul Sartre nel 120esimo anniversario della nascita. Allievi del Vecchi-Tonelli sono anche i cantanti: Margherita Monelli impegnata nel ruolo di Eva, Josephine Palese in quello di Lulù, Paolo Delai (Paolo), Samuele Guerzoni (Enrico), Carlo Lipreri (un avventore) e l'Ensemble strumentale diretto da Mario Sollazzo. La regia è firmata da Antonella Panini. "Gli uomini visti dall'alto è un'opera collettiva nata in ambito didattico ma con una forte valenza civile e volta ad affrontare temi sociali e politici: in particolare il femminicidio, attraverso il teatro musicale - spiega Antonio Giacometti - L'obiettivo è coinvolgere il pubblico, evitando sia un'opera puramente estetica e distaccata sia un pamphlet didascalico e monotono. In sintesi, si tratta di un lavoro che fonde testo e musica per provocare, commuovere e stimolare riflessioni profonde su una realtà sociale drammatica, mantenendo sempre alta l'attenzione dello spettatore". "Mettere in scena problematiche come il femminicidio - aggiunge il librettista Giovanni Peli - non ha alcuna intenzione pedagogica o moralistica. Al contrario, mira a provocare una riflessione critica sul nostro presente, mostrando come emozioni e relazioni umane siano spesso anestetizzate o deformate". (ANSA).

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