Stava,da catastrofe a rinascita.Trento riflette sui disastri

Nella sede della Provincia analisi su cause e responsabilità

(ANSA) - TRENTO, 16 LUG - Stava è una delle più grandi tragedie industriali e ambientali della storia italiana.;;;;;;;;;;; A Palazzo Trentini si riflette su "genesi, cause e responsabilità" dell'inondazione di fango che a; mezzogiorno del 19 luglio 1985, 40 anni fa, travolse la valle e una parte del paese di Tesero. Il disastro in cui morirono 268 persone fu causato dal cedimento degli argini dei bacini di decantazione dell'impianto di trattamento della miniera di Prestavel. A valle si riversarono qualcosa come 180 mila metri cubi di fango. Le discariche, si accertò in seguito, crollarono perché mal progettate, mal costruite e mal gestite senza mai considerare la loro potenziale pericolosità. "La memoria di Stava è anche memoria di rinascita" ha detto il presidente del Consiglio Provinciale, Claudio Soini in un convegno martedì a cui ha partecipato tra gli altri Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985. "Rinascita, faticosa ma dignitosa, di una comunità ferita. Rinascita di un ambiente naturale che l'uomo ha contribuito a far risorgere. Rinascita di un modo sano di intendere lo sviluppo economico, che con i termini di oggi chiamiamo 'sostenibile'. Dolore e rinascita. Da una tragedia immane è nata una consapevolezza nuova", ha sottolineato Soini ricordando la rassegna in corso 'Monti a palazzo Trentini - terre di rare bellezze' con opere che il Consiglio donerà alla Fondazione Stava. "Nel 2024 il risarcimento del danno di 739 persone per complessivi oltre 132 milioni di euro è stato liquidato quasi per intero in via transattiva da Edison per Montedison, Eni-Snam per Solmine, Finimeg per Fluormine e dalla Provincia autonoma di Trento". "Il risarcimento per la perdita di vite umane è stato quantificato nella stessa misura del danno per incidenti stradale". Ma ancora oggi i numeri restano impietosi, ricorda Lucchi, nel mondo si contano 163 incidenti rilevanti dal 1960 ad oggi, 43 prima di Stava e ben 119 dopo Stava. "In Sud Africa - ha concluso Lucchi - le società minerarie stipulano contratti di assicurazione per dotare le loro discariche di copertura assicurativa. Oltre a permettere di liquidare il danno in tempi brevi, si generano controlli che rispondono a un interesse economico diverso da quello della società controllata". (ANSA).

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto