Sempre più giornalisti minacciati, sono il 78% in più del 2024

(ANSA) - ROMA, 28 OTT - Centocinquantotto giornalisti minacciati in più. In un aumento del 78% rispetto all'anno precedente. Sono quelli registrati dall'osservatorio Ossigeno per l'informazione e presentati a un convegno alla Casa del Jazz di Roma per celebrare la Giornata mondiale dell'Onu per mettere fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti, che cade il 2 novembre. Solo nei primi sei mesi del 2025 i cronisti che hanno subito intimidazioni sono stati 361, contro i 203 dello stesso periodo nel 2024. Praticamente sono quasi raddoppiati. Il numero degli episodi intimidatori classificati come deliberate violazioni della libertà di informazione è aumentato del 46%: sono stati 107 gli episodi di questo tipo, rispetto ai 73 del primo semestre 2024. E sono aumentate del 10% le minacce provenienti da esponenti pubblici, con oltre la metà che provengono da istituzioni locali (comunali o regionali) che in un terzo dei casi fanno ricorso a querele pretestuose, ma pure a minacce social o insulti (questi ultimi in salita del 17%). Crescono del 10% gli episodi di aggressione, soprattutto contro i cronisti locali impegnati a documentare situazioni di degrado e abusivismo. Le azioni legali pretestuose, le Slapp, restano la seconda forma più utilizzata, dopo gli avvertimenti, per intimidire i giornalisti. A livello territoriale, Lombardia, Lazio e Sicilia rimangono le regioni con il più alto numero di minacciati. L'Abruzzo - che registra il 3% delle vittime totali - peggiora la sua posizione in classifica per quanto riguarda la pressione intimidatoria (calcolata con il rapporto fra il numero di minacciati e la popolazione giornalista). Tra gli aspetti più preoccupanti che si leggono nel rapporto, c'è l'aumento della tendenza a non denunciare gli abusi fisici e verbali: nell'81% dei casi le vittime preferiscono non affidarsi alla giustizia, mentre nello stesso periodo del 2024 si trattava 'soltanto' di una persona su due. Diminuiscono invece le minacce di genere, ovvero rivolte alle giornaliste, ma cresce la tendenza a non segnalarle alle autorità competenti. (ANSA).
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