Sean Penn feroce suprematista bianco

Nemico giurato di DiCaprio nel film di Paul Thomas Anderson

(di Lucia Magi) (ANSA) - LOS ANGELES, 27 SET - Sean Penn entra nel cinema dei Warner Bros studios a passo calmo, in jeans e stivali, lo sguardo assorto, uno stuzzicadenti in bocca. Quando interviene, al termine dell'ultimo film di Paul Thomas Anderson 'Una battaglia dopo l'altra' che ha appena raccolto un lungo applauso, lo fa a voce bassa, quasi un sussurro. A 65 anni, l'attore e attivista che ha attraversato la storia del cinema con ruoli potenti e di denuncia, con alle spalle due Oscar per 'Mystic River' e 'Milk', appare l'opposto del personaggio che campeggiava sullo schermo fino a pochi minuti prima: il colonnello Steven J. Lockjaw, militare decorato per la sua ferocia nella caccia agli immigrati irregolari, suprematista bianco, pieno di tic e di una rabbia a stento contenuta dalla divisa che porta come un'armatura. Taglio a spazzola da militante alt-right e postura rigida, Lockjaw ha come bersaglio numero 1 l'ex leader di un gruppo rivoluzionario Bob Ferguson (Leonardo DiCaprio) e sua figlia adolescente (Chase Infiniti), che 16 anni prima gli erano sfuggiti immergendosi in clandestinità. Il film del regista 'Magnolia' e 'Il Petroliere' arriva nelle sale italiane questo fine settimana con Eagle Pictures, e, tra i tanti meriti, ha sicuramente quello di riportare Penn a un ruolo centrale, offrendogli la scena per una delle migliori interpretazioni della sua carriera. I due sono amici di vecchia data, ma non avevano mai lavorato insieme: "Mio fratello Michael aveva collaborato ai suoi primi due film - spiega Penn in una intervista a Vanity Fair, riferendosi al fratello compositore su 'Hard Eight' (1996) e 'Boogie Nights (1997) - A quel punto io avevo già diretto un film, e Michael mi chiamò dicendo: 'Puoi dare qualche consiglio a questo giovane regista con cui sto lavorando?' Non ricordo di cosa parlammo, ma fu una conversazione piacevole. Ora mi fa ridere! L'ho conosciuto meglio durante 'Il Petroliere', perché eravamo uno accanto all'altro allo Skywalker Ranch (il quartier generale di George Lucas fuori San Francisco), dove io stavo ultimando 'Into the Wild'. Abbiamo iniziato a frequentarci. C'è un film che abbiamo quasi fatto insieme…poi è venuto un cameo in 'Licorice Pizza' (2021) e alla fine è arrivato questo regalo". Penn usa il termine "regalo" anche davanti la platea dei Warner per spiegare che questo progetto lo gratificava dal punto di vista professionale - il film più costoso di un regista 11 volte candidato agli Oscar, a fianco di star come DiCaprio e Benicio Del Toro - ma saziava anche il suo impegno di denuncia. Anche se ispirato al romanzo 'Vineland' di Pynchon ambientato nel 1984, 'Una battaglia dopo l'altra' offre una spietata fotografia dell'America di oggi, consumata dall'odio tra fazioni opposte, dominata da una destra razzista e militarizzata. "Ho pensato, wow, questa è davvero una cosa bellissima da fare a questo punto della mia vita", dice l'attore. Non c'è voluto molto a convincerlo: "Alla terza pagina ho cominciato a ridacchiare, e ho continuato fino alla fine. Ci sono cambi di registro, e tu devi capire quale approccio usare per inserire il tuo personaggio nel grande puzzle. È come scrivere una canzone con Brian Wilson: lui trova il tono e tu trovi gli strumenti intorno". Penn è riuscito a mascherarsi calandosi in una fisicità tozza, rigida, un fascio di nervi: "È come se mi chiedessi di una festa a cui sono andato dieci mesi fa: qualcuno ha messo un brano e mi sono ritrovato a ballarci sopra. Se mi chiedi di spiegare come ho messo insieme quella danza, ti dico: 'Non lo so, è venuta naturale, forse male ma non avrei saputo farla altrimenti' Sentivo una musica leggendo la sceneggiatura, e ci ho ballato sopra". Lo stesso per le scene in cui si trova corpo a corpo con le due attrici principali. Con Teyana Taylor, che interpreta la fiera condottiera della lotta armata, compagna di Bob, deve mettere in scena una coreografia ad alto tasso erotico: "È feroce. Non c'è quasi nulla che non possa fare, e lo fa in un attimo. È stato quasi un incontro sportivo! Lo stesso vale con Chase (Infiniti, 25 anni al primo lungometraggio): ha un grande istinto e io ho solo cercato di starle dietro". (ANSA).

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