'Se non ti sposi fai la fine di Saman', padre condannato in via definitiva in carcere

(ANSA) - REGGIO EMILIA, 17 DIC - "Se non ti sposi fai la fine di Saman Abbas". Questa una delle frasi minacciose che un 54enne pakistano ha rivolto alla figlia ventenne, rievocando il tragico omicidio della 18enne connazionale uccisa dalla sua famiglia per aver rifiutato le nozze forzate con un cugino in patria. Una vicenda analoga che è accaduta sempre a Novellara, nella Bassa Reggiana, proprio dove Saman morì: l'uomo era stato condannato il 28 luglio 2025 a due anni e quattro mesi per maltrattamenti in famiglia e induzione al matrimonio, pena diventata definitiva nei giorni scorsi dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso dei legali dell'imputato e quindi portato in carcere dai carabinieri dove dovrà espiare ora una pena residua di un anno e 11 mesi. I fatti contestati dalla Procura di Reggio Emilia risalgono ad un lungo periodo tra il 2008 e il 2023. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, la ragazza non era libera di uscire di casa, di cercarsi un lavoro e di avere contatti col mondo esterno, costretta inoltre a interrompere gli studi in occasione dell'esame di terza media per volontà del padre che le aveva prospettato di rientrare in Pakistan dove avrebbe dovuto sposare un cugino. La giovane però, che aveva perso la madre naturale nel Paese d'origine (ufficialmente per cause naturale, ma racconterò ai carabinieri di aver sentito parlare durante la sua infanzia di omicidio consumato per mano dello zio, fratello maggiore del padre) non avendo l'appoggio della matrigna e dei fratellastri nati dal secondo matrimonio del padre, ha deciso di raccontare tutto a scuola. Le docenti hanno quindi informati i servizi sociali e contestualmente le forze dell'ordine che hanno dato vita all'inchiesta. Le indagini, in fase preliminare, avevano portato la collocazione della giovane in una comunità protetta e l'applicazione del braccialetto elettronico nei confronti del padre e della matrigna 37enne residente a Novellara, oltre a divieto di avvicinamento e di comunicazione con la vittima. La donna era stata condannata a due anni solo per l'accusa di maltrattamenti, con pena sospesa subordinata alla frequentazione di un corso antiviolenza. (ANSA).
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto








