Riprese a Gaza operazioni sanitarie e umanitarie di Caritas

(ANSA) - MILANO, 17 GIU - Sono riprese ieri le operazioni sanitarie e umanitarie di Caritas Gerusalemme, con il supporto della rete internazionale Caritas, nella Striscia di Gaza, sospese per alcuni giorni, a causa dell'ulteriore instabilità causata dalla guerra tra Israele e Iran. Secondo l'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari tutti i cittadini di Gaza sono a rischio di malnutrizione: il 92% dei bambini sotto i 2 anni non ha abbastanza da mangiare, mentre 290 mila sotto i 5 anni, così come 150 mila donne in gravidanza o che stanno allattando, avrebbero bisogno di supplementi e macronutrienti. Non va meglio sul fronte sanitario: "Il 47% degli ospedali è solo parzialmente funzionante, 8 ospedali da campo sono funzionanti (ma 3 parzialmente) e solo 75 su 155 centri di assistenza sanitaria primaria possono operare (di cui 65 parzialmente). Tra 10.500 e 12.500 pazienti, inclusi oltre 4 mila bambini, necessiterebbero di evacuazione medica all'estero; le poche decine giunte recentemente in Italia e a Milano sono una goccia in un oceano di dolore e di bisogno". Proprio sul versante sanitario si concentra l'azione di Caritas Gerusalemme: fondamentale è il lavoro delle 10 unità mediche mobili attive nella Striscia, cui se ne aggiungerà presto un'undicesima ricavata dalla "Papamobile" che Papa Francesco utilizzò per la sua visita a Betlemme nel 2014. Al lavoro delle unità mobili si è aggiunto, durante la tregua di inizio 2025, un punto medico organizzato sulla principale strada costiera di Gaza, Al-Rashid Street. Infine, è stata riaperta la clinica ospedaliera di Caritas Gerusalemme a Gaza City. Caritas Gerusalemme ha inoltre continuato sino a marzo a fornire protesi e servizi di riabilitazione, ma "Israele ha anche stretto fortemente l'ingresso di beni nella Striscia di Gaza: da allora far arrivare le forniture necessarie per l'assistenza protesica è divenuto più difficile, per cui al momento le attività sono sospese". L'intera rete Caritas, inclusa Caritas Ambrosiana, sostiene infine la petizione online #CeaseFireNow, firmata da migliaia di associazioni e centinaia di migliaia di cittadini in tutto il mondo. (ANSA).
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