La Camera approva il decreto sugli acconti Irpef 2025

Mette fine a mesi di incertezze da parte di Caf e sindacati

(ANSA) - ROMA, 17 GIU - La Camera ha approvato in via definitiva il decreto sugli acconti Irpef dovuti per l'anno 2025, già licenziato dal Senato. I voti favorevoli sono stati 153, mentre i 101 deputati delle opposizioni si sono astenuti. Il decreto che diventa ora legge mette fine a mesi di incertezze e polemiche, soprattutto da parte dei Caf e dei sindacati, preoccupati per le ricadute sui contribuenti di un vulnus normativo che sarebbe pesato sulle tasche di dipendenti e pensionati. Ora tutti coloro che non percepiscono redditi aggiuntivi non saranno tenuti a versare alcun acconto Irpef per l'anno prossimo. Il chiarimento normativo si è reso necessario a causa di un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, che aveva introdotto in via sperimentale la riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre, e la legge di bilancio 2025, che ha reso strutturale questa riduzione. Tuttavia, una parte della normativa era rimasta ancorata al vecchio sistema a quattro aliquote per il calcolo degli acconti, generando confusione e potenziali aggravi. In pratica, come denunciato dalla Cgil a marzo scorso, le aliquote Irpef sono diventate stabilmente tre, ma gli acconti relativi ai periodi d'imposta 2024 da pagare a giugno e a novembre sarebbero dovuti essere calcolati con il vecchio regime a quattro scaglioni (23%, 25%, 35% e 43%) e con la detrazione per redditi di lavoro dipendente vigenti al 31 dicembre 2023 (1.880 euro). Livelli non più in vigore e più pesanti degli attuali. "Una clamorosa ingiustizia" a danno degli "unici che pagano per intero le imposte", l'aveva definita il sindacato, costringendo di fatto il governo ad intervenire. La correzione comporterà per il 2025 un costo stimato di 245,5 milioni di euro. L'onere sarà coperto attraverso una riduzione del Fondo Mef per la sistemazione contabile delle partite sospese e, nel 2026, la somma verrà riversata in un fondo destinato alla compensazione di eventuali scostamenti di bilancio. (ANSA).

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