'Il gioco salverà i ragazzi dall'ansia e dallo stress'

Lo sviluppo psicofisico degli adolescenti al Festival del Gioco

(ANSA) - ROMA, 13 MAG - È sempre più raro che a un bambino della scuola di Infanzia vengano acquistate scarpe con i lacci, perché impari a destreggiarsi da solo, così come è sempre più difficile che un bambino della Primaria si arrampichi liberamente su un albero, provandosi in tutta una serie di competenze, quali l'autostima, il coraggio, il fallimento, la soddisfazione, il dolore fisico. La scuola ha ristretto tempi e spazi per la ricreazione in movimento: nessuno corre più, pavimenti di cemento sono preferiti a terreni naturali ma sporchevoli. Ma "la Scuola, l'ambiente classe, sono il primo spazio sociale in cui si misura un bambino. Alla pari dello sviluppo delle competenze cognitive sono molte altre le competenze indispensabili per affrontare il mondo al di fuori del controllo degli adulti. In questo senso, il gioco è uno strumento educativo per lo sviluppo psicofisico del bambino" dice Valentina Salzani, pedagogista ed educatrice di Hermete coop che ha preso parte alla terza edizione del Festival del Gioco, organizzato in Valdadige (Verona) dalla cooperativa di educatori Hermete e dall'associazione giovanile Eclettica. Attraverso il gioco, ci si relaziona tra coetanei, ci si muove nello spazio, ci si confronta con autonomia e sicurezza, si scoprono le emozioni e si gestiscono conflitti e fallimenti. Competenze che - sottolinea ancora la pedagogista - alla pari di altre materie didattiche, sono indispensabili per crescere all'interno di una comunità. Tra gli adolescenti i disturbi di stress e ansia sono in costante aumento, nella fascia tra i 14 e 18 anni sono cresciuti addirittura del del 46%. Così come il 57% dei bambini non sa gestire gli stati emotivi e il fallimento. E la fragilità adolescenziale è addirittura superiore nelle famiglie curanti. Contro l'ansia e lo stress l'efficacia del gioco, anche come attività destrutturata tra i bambini e nel mondo della scuola, è stata ribadita unanimemente da educatori, insegnanti, pedagogisti, docenti universitari presenti alla conferenza "La Rivoluzione del Gioco: sfide e opportunità per la Scuola di oggi". Sono sempre meno le occasioni in cui i bambini si ritrovano a giocare senza la presenza di un adulto. Paure dei genitori, mancanza di occasioni, nuove routine famigliari, hanno ampiamente compromesso l'autonomia e l'esperienza diretta del bambino: "Nel deserto dell'esperienza - dice il formatore Beniamino Sidoti (Carrocci Ludens) - il Gioco è un'oasi di gioia". E Roberto Farnè, docente di pedagogia del Gioco all'università di Bologna, ricorda che Il Diritto al gioco è all'articolo 31 della carta dell'Infanzia e nelle raccomandazioni espresse dalle Nazioni Unite nel 2017: a garantire il rispetto di questo diritto devono essere gli adulti. Anche un videogioco può aiutare e avvicinare più persone a certe problematiche - come quelle dell'ansia e dei disturbi compulsivi - sulle quali, per chi ne soffre, è a volte difficile capire, sentirsi coinvolti e supportati. Simone e Cristiano Schiaffella, due gemelli trentenni - informatico uno e insegnante l'altro - hanno fondato la società Narrativi Digitali e, partendo da un'urgenza personale, hanno realizzato un videogioco per avvicinare più persone a queste problematiche: "Siamo riusciti a creare un media, un linguaggio e una storia apprezzati anche da diversi psicoterapeuti che lo utilizzano nei propri corsi di formazione, come strumento di promozione del benessere mentale. Consideriamo questo primo esperimento un progetto pilota per lavorare sempre di più nel potenziale positivo di un media come il videogioco, generalmente sotto accusa proprio per la sua caratteristica tecnologica" dicono. Selezionato tra più di 100 partecipanti, "On Contstant Delay" (in costante ritardo) dei fratelli Schiaffella ha ricevuto il Premio Mental Health Game Jam. (ANSA).

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