Il Concerto del Giubileo a Ravenna Festival il 27 giugno

(ANSA) - RAVENNA, 26 GIU - Il progetto disseminato lungo il cartellone di Ravenna Festival e raccolto sotto il titolo Cantare amantis est, iniziato ai primi di giugno con lo straordinario coro di oltre tremila voci riunite sotto la direzione di Riccardo Muti, si chiude il 27 giugno alle 21 sotto le volte del Duomo di Ravenna con un concerto pensato per celebrare l'Anno Giubilare. Ecco, appunto, il Concerto del Giubileo, con un ricco programma di musiche di J. S. Bach, Vivaldi, Wagner, Leonardo Marino, Elgar e Webern. Una locandina che si sviluppa attorno all'elemento spirituale che permea tanta musica, anche profana, proprio partendo da quella che è la storia musicale della città incarnata negli antichi strumenti che ornano e continuano a risuonare nelle sue chiese e magnifiche basiliche, il tutto in un incontro tra passato e futuro. Allora l'organo del Duomo, affidato alle mani di Andrea Berardi, sarà tra i protagonisti del concerto che sul podio dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini vede Hossein Pishkar, mentre a preparare il piccolo coro di voci bianche sarà Elisabetta Agostini. L'organo è presenza centrale in tre dei sei brani in programma: a cominciare da quello per solo organo posto in apertura, la Fuga in si minore su un tema di Corelli BWV 579 di Bach che testimonia da una parte la passione del kantor per la tradizione musicale italiana e dall'altra la sua stupefacente arte della trascrizione. Fino alla pagina che chiude il concerto, Sursum corda Op. 11 per archi, ottoni, timpani e organo, "pezzo d'occasione" che l'inglese Edward Elgar compose nel 1894 per onorare la visita ufficiale a Worcester, sua città natale, del Duca di York (che poi, nel 1910, sarebbe diventato re Giorgio V). Ma il ruolo centrale dell'organo emerge anche in Madre, Speranza, Madre, partitura che Ravenna Festival ha commissionato al giovane compositore Leonardo Marino; nella Fuga a sei voci da L'Offerta musicale BWV 1079 di Bach; nella Sinfonia in si minore per archi e basso continuo al Santo Sepolcro RV 169 di Antonio Vivaldi e nell'Incantesimo del Venerdì Santo, pagina tratta dal Parsifal di Richard Wagner. (ANSA).
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