Don Capovilla, 'a Israele consentiamo tutto, siamo al genocidio'

Il sacerdote pacifista espulso, 'non ogni cosa è autodifesa'

(ANSA) - ROMA, 12 AGO - "Noi ci dobbiamo convincere che non è che tutto quello che Israele dice dobbiamo accettarlo", "siamo arrivati a un genocidio, con questa nostra pessima abitudine di dire 'eh, va beh…è l'autodifesa'. Questo è un disastro, vale sulle piccole cose ma anche sulle grandi: come è possibile che possiamo pensare ci sia l'uccisione delle persone in fila per il pane?". Lo dice don Nandino Capovilla, il sacerdote bloccato ieri in aeroporto a Tel Aviv ed espulso da Israele per motivi di " pubblica sicurezza". "Eppure - continua - abbiamo accettato anche questo! Io ho avuto una mia piccolissima esperienza, non faccio testo rispetto alle grandi questioni, però…". Parlando con il blog "Tra cielo eTerra", il parroco di Marghera, attivista per la pace, spiega anche che cosa gli resterà dell'esperienza di espulsione: "Purtroppo, la decisione di non poter più entrare in Israele, e in Palestina. Questa decisione prevede che se io voglio ritornare devo fare richiesta specifica e verrò valutato in base a delle condizioni… Questo 'deny to entry' è un provvedimento molto pesante. Sarebbe definitivo. Si potrebbe dire 'lei può andare in Palestina', ma noi sappiamo che il territorio è tutto, tutto sotto controllo israeliano". (ANSA).

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