Calciatore ucciso nei lager, sentenza 'risarcire la famiglia'

(ANSA) - MONTELUPO FIORENTINO (FIRENZE), 06 MAG - Il tribunale di Firenze ha riconosciuto come crimini di guerra quelli compiuti dai nazisti del Terzo Reich tedesco ai danni di Carlo Castellani, storico giocatore dell'Empoli nell'anteguerra, che fu deportato il 7 marzo 1944 nel lager di Mauthausen e ucciso a Gunsen nell'agosto successivo. La sentenza, di primo grado, permetterà di accedere al fondo istituito nel 2022 dal governo Draghi per risarcire gli eredi delle vittime. Il tribunale ha depositato la sentenza ieri, giornata che è l'80/o anniversario della liberazione dei lager Mauthausen e Gunsen il 5 maggio 1945. Il giudice ha riconosciuto pienamente la richiesta risarcitoria della famiglia che ammonterebbe a qualche centinaia di migliaia di euro. Castellani fu uno dei 23 deportati di Montelupo Fiorentino nel 1944, solo cinque dei quali riuscirono a tornare a casa. Dalle ricostruzioni , anche fatte dai familiari, fascisti e tedeschi avrebbero voluto prelevare il padre David, un commerciante di legname che non aderiva al regime. Carlo si offrì al suo posto e non tornò più. A Carlo Castellani è intitolato lo stadio dell'Empoli dove si disputano le partite della serie A. Nato nel 1909, Castellani è stato calciatore e svolse la sua carriera sportiva tra la seconda metà degli anni '20 e tutti gli anni '30, nell'Empoli, nel Viareggio e poi nel Livorno in Serie A, prima di fare il commerciante di legname nella ditta del padre. Con l'Empoli Calcio ha ottenuto il record di goal, battuto solo in tempi recenti da Francesco Tavano. Venne deportato a Mauthausen quando aveva 35 anni come prigioniero politico italiano, poi fu trasferito a Gunsen dove si ammalò di dissenteria e morì a causa delle terribili condizioni. ll Comune di Montelupo, col sindaco Simone Londi e l'assessore alla Memoria Lorenzo Nesi, si stringono intorno al figlio Franco Castellani, ai nipoti e ai bisnipoti del "povero Carlo, martire innocente della barbarie nazifascista - affermano in una nota - Proprio nell'80/o della liberazione dei lager di Mauthausen e Gusen, arriva questa seconda sentenza di primo grado a favore dei familiari di uno dei 23 deportati da Montelupo nel 1944. La famiglia riesce finalmente ad avere una sentenza che condanna il crimine efferato subito ingiustamente contro i diritti inviolabili della persona: un segnale di giustizia dopo tanta sofferenza". (ANSA).
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