Ampliamento Rwm, Tar accoglie ricorso contro Regione Sardegna

Fabbrica armi nel Sulcis, entro 60 giorni deve procedere con Via

(ANSA) - CAGLIARI, 20 OTT - Il Tar della Sardegna ha accolto il ricorso della Rwm Italia - proprietaria di una fabbrica che produce armi nel Sulcis Iglesiente - contro la Regione Sardegna "colpevole di non aver concluso nei tempi dovuti la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) relativa al progetto del "Nuovo Campo Prove R140 e dei nuovi Reparti R200 e R210", realizzati in località San Marco, nel Comune di Iglesias". La sentenza della prima sezione del Tar è stata pubblicata il 17 ottobre. La società aveva chiesto alla Regione di pronunciarsi sulla compatibilità ambientale delle opere già costruite tra il 2019 e il 2021, dopo che il Consiglio di Stato, con una sentenza del 2021, aveva annullato una precedente decisione della Giunta regionale che aveva escluso il progetto dalla Via. In seguito, Rwm Italia aveva presentato una nuova richiesta nel 2022 e inviato ulteriori integrazioni nel 2025. Il Tar ha accertato che la Regione aveva superato i termini stabiliti dalle proprie direttive per concludere il procedimento e ha dichiarato illegittimo il silenzio dell'amministrazione, ordinando alla Regione Sardegna di adottare una decisione definitiva sulla Via entro 60 giorni dalla comunicazione della sentenza. "Il Tar Sardegna - commenta l'amministratore delegato di Rwm Italia, Fabio Sgarzi - ha accolto i due ricorsi presentati dall'azienda per vedere riconosciuta, da un lato, l'inerzia della Regione Autonoma della Sardegna, che colpevolmente ritarda l'adozione del provvedimento di VIA ex-post inerente ai nuovi reparti completati nel 2021, e sentire confermata, dall'altro, la mancanza di trasparenza del medesimo ente, che ci ha negato la visione di importante documentazione, prodotta dall'amministrazione regionale al termine dell'istruttoria procedimentale". "Il Tar ha accertato la violazione, da parte della Regione, del suo obbligo di provvedere sulla Via entro termini a oggi ampiamente trascorsi e le ha perciò ordinato di chiudere il procedimento entro al massimo sessanta giorni; qualora questo non avvenisse, il provvedimento finale sarà rimesso al Ministero dell'Ambiente". (ANSA).

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