Aborto a domicilio anche in Sardegna, seconda regione dopo E-R
(ANSA) - CAGLIARI, 17 LUG - La Sardegna fa da apripista fra le regioni del centro-sud Italia per l'interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico. La Regione ha infatti avviato un percorso che recepirà le Linee di indirizzo nazionali in materia, finalizzato a rendere possibile questa pratica anche negli ambulatori e nei consultori autorizzati e collegati ad una struttura ospedaliera, senza alcun costo per le pazienti. Inoltre, sarà avviata una fase di sperimentazione che prevede anche l'assunzione domiciliare dei farmaci utilizzati per l'Ivg. La Giunta, su proposta dell'assessore della Sanità Armando Bartolazzi, ha dato mandato alla direzione della Sanità per l'istituzione di un tavolo tecnico che predisponga le linee di indirizzo regionali per effettuare l'interruzione volontaria di gravidanza per via farmacologica anche nelle strutture ambulatoriali e nei consultori familiari pubblici adeguatamente attrezzati, collegati a una struttura ospedaliera e autorizzati dalla Regione. "Dopo oltre dieci anni di silenzio, la Sardegna compie un grande salto di qualità e si allinea alle pratiche più moderne a livello nazionale ed europeo - spiega l'assessore Bartolazzi - Si tratta di un cambiamento atteso da anni che ci pone tra le regioni più virtuose sul fronte dei diritti e della modernizzazione dei servizi sanitari. La sperimentazione per l'assunzione domiciliare del farmaco è una scelta innovativa che oggi solo l'Emilia-Romagna ha introdotto in Italia. Un segno concreto di attenzione e rispetto verso la salute e l'autodeterminazione delle donne". In base ai dati del 2022, diffusi dalla Regione, la percentuale di raschiamenti risulta maggiore rispetto alla media nazionale (21% contro il 7,2%); l'11,9% delle Ivg chirurgiche eseguite entro i 90 giorni viene effettuato in regime di ricovero ordinario (il dato medio nazionale è pari a 5 %); invece l'Ivg farmacologica in regime ospedaliero è inferiore rispetto alla media nazionale (38,1% contro il 51,3%), con forte variabilità tra i diversi nosocomi; inoltre, in Sardegna l'8,9% delle interruzioni volontarie della gravidanza farmacologiche supera il dato nazionale, fermo al 7,4%. (ANSA).
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