Viviana, la chef star svizzera: «Bisogna metterci passione»

MANZANO. Dinamica, curiosa, esuberante e inarrestabile, è così Viviana Lapertosa, star in cucina per la televisione svizzera, ma in realtà tutta italiana, ospite oggi alle 19 in piazza Chiodi a...

MANZANO. Dinamica, curiosa, esuberante e inarrestabile, è così Viviana Lapertosa, star in cucina per la televisione svizzera, ma in realtà tutta italiana, ospite oggi alle 19 in piazza Chiodi a Manzano per l’edizione 2014 della Festa della sedia. A differenza dei suoi colleghi ormai inglobati dal glamour televisivo, Viviana Lapertosa ama definirsi piuttosto la “cuoca della porta accanto”. Una laurea in Storia del Cinema all'Università di Bologna, e una strada inevitabilmente segnata dalla nascita.

«Sono nata in una famiglia di commercianti di pesce – ci dice da Brindisi, sua città natale e dove l’abbiamo raggiunta – una famiglia del Sud nella quale si è sempre mangiato molto e sempre molto bene. Una condizione che ha lasciato influenze fortissime nella mia cucina.”

- Ma l’inizio vero e proprio com’è avvenuto?

«È stato con mia nonna, stare con lei in cucina mi rendeva felice».

- Lei deve parte del suo successo televisivo, e non solo, al finger food, non sembra proprio una tradizione italiana.

«Mi faccia definirli piuttosto “morsi di gusto” oppure genericamente “bocconi”, ecco, così l’italianità credo sia evidente. Sarebbe forse più corretto definirla cucina in miniatura, di piccoli bocconi che devono racchiudere tutto il sapore e il gusto della grande cucina».

- Sabato farà anche delle dimostrazioni, insieme alla blogger Giulia Godeassi, ci dà qualche anticipazione?

«Farò dei panini con il “burro del nonno”, è aromatizzato con le acciughe, ci si spalma il pane e si infarcisce con peperoncini verdi e caciocavallo. Poi olive servite in una salamoia di Martini e Gin. Le assicuro che tengono lontani gli assalitori dei banchetti, alla terza già vacillano le ginocchia!».

- C’è un errore, un difetto che ha visto fare più spesso in cucina?

«È quello di non metterci passione».

Gabriele Giuga

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