La Resistenza vissuta tra le montagne: “In Alto” e gli 80 anni dalla Liberazione
Il nuovo numero della storica rivista della Società alpina friulana sarà presentato lunedì 29 dicembre nella sede dell’associazione

Lunedì 29 dicembre, alle 18 alla Società Alpina Friulana di Udine sarà presentato il nuovo numero di In Alto. Interverrà Giovanna Cosattini, avvocata e autrice del saggio di apertura del volume, in dialogo con Alessandra Beltrame, direttrice della rivista. Umberto Sello, presidente della Società Alpina Friulana, porterà i saluti istituzionali. A tutti i partecipanti sarà consegnata una copia del volume.
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In Alto è una rivista che si pubblica a Udine dal 1890. È forse la più antica testata tuttora stampata in Friuli. Nasce come trimestrale, oggi è un annuario. Questo volume è il numero 105 dalla fondazione ed è dedicato agli 80 dalla liberazione dal nazifascismo. In Alto si pregia di essere una rivista da collezione, che i lettori amano raccogliere a ogni uscita. Trattandosi in particolare dei soci della Società Alpina Friulana, questa consuetudine si accompagna al rinnovo della tessera di appartenenza al Club Alpino Italiano, al quale la Saf appartiene dal 1874, pur tra alterne vicende. Ogni numero cerca di avere un tema, un fil rouge. Dopo il 2024, che ha celebrato i 150 anni dalla fondazione, quest’anno il volume ospita contributi che intersecano le vicende della Resistenza a quelle delle montagna.
L’elenco degli autori si apre con Giovanna Cosattini, che rievoca le vicende della sua famiglia coinvolta nella lotta antifascista e nella costruzione dell’Italia repubblicana a partire dal nonno Giovanni, che fu il primo sindaco di Udine del Dopoguerra e membro della Costituente, e del padre Alberto, partigiano fra i primi a salire in montagna dopo l’8 settembre 1943 e poi a Milano accanto a Ferruccio Parri, leader del Comitato di liberazione nazionale e presidente del Consiglio dell’Italia liberata. Fu Parri a consegnare alla città di Udine la medaglia d’oro. Sergio Giuntini, presidente della Società Italiana di storia dello sport, firma un articolo dedicato agli alpinisti che si impegnarono nella Resistenza, uno per tutti, Riccardo Cassin.
Gli storici Andrea Zannini e Filippo Masina riflettono sul ruolo dimenticato del corpo degli alpini dopo l’8 settembre, Denis Baron rivolge l’attenzione sulla questione montana a partire da Michele Gortani, Armando Di Palma traccia un itinerario della memoria sulla tragedia dei cosacchi.
Le vicende di Porzûs sono affrontate con le interviste agli autori di altrettanti libri usciti nel 2025: Tommaso Piffer, Alessandra Kersevan ed Elisa Menon. Il Dopoguerra è stato anche lotte per il lavoro ed emigrazione, le prime sono rievocate dal cammino lungo il Cormor del geografo Francesco Visentin e del fotografo Ignazio Lambertini, l’emigrazione è narrata da Dario Rizzo e Romina Colbasso per una straordinaria vicenda che dalle Valli del Cornappo porta in Australia. L’attualità della montagna è anche una Scuola, che l’Università di Udine ha avviato nelle Dolomiti Friulane: ne parla Sara Perego.
Alpinismo, viaggi e reportage compongono la sezione “Montagna vissuta”, con le riflessioni di Saverio D’Eredità sulla via di Kugy alle parete nord dello Jôf Fuart, lo scialpinismo di isola in isola in Norvegia di Andrea Della Rosa, la Grande Traversata Elbana di Elisa Cozzarini, il trekking sui Colli Euganei di Elisabetta Feruglio e un breve racconto di Paolo Querini che rievoca una scalata al Creton di Culzei nell’estate dopo il terremoto del 1976 con l’amico Dante Spinotti: nel 2026 saranno cinquant’anni.
La cronaca sociale riporta i resoconti delle varie anime della Saf, fra le quali la Scuola di escursionismo, l’alpinismo giovanile, il Comitato scientifico, le cinque sottosezioni (Artegna, Palmanova, San Daniele, Pasian di Prato, Tarcento). Il 2025 è stato anche un anno di addii: Enrico Brisighelli, Alessandro Mitri ed Eliana Chiopris sono state tre figure importanti nella storia del sodalizio e il loro ricordo resta vivo nelle pagine del volume.
La tradizione di farne una rivista da collezione è confermata anche dalla copertina: un disegno originale di Alessandra D’Este, illustratrice di fama nazionale, presentata da Giovanna Durì. Di particolare nota è il contributo di Ester Cason Angelini nella sezione “Montagna narrata” sulla figura di Giovanni Angelini e della Fondazione che porta il suo nome.
La montagna è ricca di storie, spesso trascurate o sottaciute: si fa e non si racconta, è una caratteristica dei friulani, ancora di più dei montanari. In Alto continua a dare loro voce.
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