Il richiamo del deserto e il mito di Atlantide

CARLO GABERSCEKUn’altra prima mondiale alle “Giornate del Cinema Muto”, che oggi alle 20, al Verdi di Pordenone, presentano “L'Atlantide” (1921) di Jacques Feyder nello spettacolare restauro 4K.“L’Atl...

CARLO GABERSCEK

Un’altra prima mondiale alle “Giornate del Cinema Muto”, che oggi alle 20, al Verdi di Pordenone, presentano “L'Atlantide” (1921) di Jacques Feyder nello spettacolare restauro 4K.

“L’Atlantide”, di produzione franco-belga, è la prima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Pierre Benoît, che, pubblicato due anni prima, era diventato un best-seller, uno dei massimi successi della letteratura avventuroso-fantastica dei primi decenni del Novecento, con echi di Verne, Kipling, Conrad, Salgari e soprattutto di H. Rider Haggard, autore del romanzo “She” (“La donna eterna”). Ė la storia di due ufficiali francesi che, durante una spedizione nel Sahara algerino, si smarriscono e si imbattono nelle rovine della mitica Atlantide. Presi prigionieri, sono portati al cospetto di Antinea, che ivi regna da tempo immemorabile. I francesi vengono soggiogati dal fascino della regina, bella ma terribile. Rimasta sempre giovane, grazie a un sortilegio, fa innamorare di sé gli uomini portandoli poi alla morte e trasformandoli in statue d’oro per ornare il suo palazzo sotterraneo.

Il film è progettato come una super-produzione, con costi altissimi, che doveva emulare il successo dei kolossal a sfondo storico realizzati in Italia nel decennio precedente. “L’Atlantide” viene girato in buona parte in Algeria. Le sontuose scenografie relative alla reggia di Antinea sono allestite in un teatro di posa nei pressi di Algeri e le sequenze del deserto sono filmate nell’area di Touggourt, a circa 600 chilometri a sud-est di Algeri. La regia è affidata a Jacques Feyder, belga naturalizzato francese, che è obbligato dalla produzione ad accettare come protagonista Stacia Napierkowska, ballerina e attrice, la quale, come sottolinea la critica dell’epoca, usa una stile di recitazione enfatico e manierato, simile a quello delle dive italiane degli anni ’10. Il film riscuote un grandissimo successo di pubblico che ne apprezza la struttura avventurosa, le scenografie spettacolari, il paesaggio del deserto. —

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