Hemingway a Lignano: un premio alle eccellenze letterarie, scientifiche e dell'immagine
Giménez-Bartlett, Sala, Ramakrishnan, Kingsley e Gerolimetto sono i vincitori della 41esima edizione. Ricco il programma di incontri dal 26 al 28 giugno

L’essenza dell’Hemingway (premio) è riconoscere personalità contemporanee confinanti con l’Hemingway (Ernest), viaggiatore, scrittore, giornalista, fotografo, un caleidoscopico artista della narrazione dell’umanità novecentesca in movimento.
L’impresa della Fondazione pordenonelegge, attraverso la giuria presieduta da Alberto Garlini e composta dal direttore artistico di pnlegge Gian Mario Villalta, dallo storico della fotografia Italo Zannier e dal vicepresidente della Regione, Mario Anzil, è di stagione in stagione — questa dal 26 al 28 giugno a Lignano Sabbiadoro con un prologo il 25 è la 41ª — è proprio individuare eccellenze letterarie, scientifiche e dell’immagine che abbiano connotazioni vicine all’Hemingway pensiero.
Alcune sezioni, come ben sa chi ha una certa confidenza con l’evento lignanese, caratterizzano i sentimenti di un festival che ha come diktat incantare per qualche giorno il ragionamento sull’oggi.
Non casualmente sarà premiata una dea pagana della letteratura come Alicia Giménez-Bartlett, signora in viaggio con passaporto spagnolo, terra cara a Ernest. E va ricordato “Per chi suona la campana”, il suo romanzo più riuscito e fatto respirare sulla penisola iberica. Lo scrive lui stesso in una lettera: “L’ultima buona nazione rimasta”.
La motivazione è convincente: «Per aver saputo trasformare in uno strumento di esplorazione sociale e psicologica capace di interrogare con lucidità e ironia le contraddizioni del nostro tempo».
Dici Giménez-Bartlett e l’aggancio alla sua poco convenzionale detective Petra Delicado è istantaneo. Nei suoi romanzi la tonalità noir appartiene a un progetto ben più ampio che coinvolge la complessità dell’animo umano.
Il vicepresidente Anzil rispolvera il ricordo della celebre visita dello scrittore americano in Friuli nel 1954 — fa fede lo scatto del nostro eroe in compagnia della contessa Kechler — quando Lignano non aveva ancora preso la forma ideata dall’architetto Marcello D’Olivo. «La Regione riconosce il merito del “Premio Hemingway” e continuerà a sostenerlo», rimarca Anzil, nel contesto di uno sguardo ben più ampio che contempla, ovviamente, il turismo, perno unico dove appoggia tutta la vita di una località balneare».
Lui, Venki Ramakrishnan, è un genio indiano nativo di Chidambaram, premio Nobel per la chimica nel 2009, condiviso con Thomas Arthur Steitz e con Ada Yonath, per gli studi sulla struttura e sulla funzione dei ribosomi, che riguardano una delle più affascinanti dinamiche della vita.
Ciò esplora l’immoralità e se la morte appartiene a uno scopo biologico necessario. Sarà intrigante ascoltare lo scienziato a cui sarà consegnato il riconoscimento “Avventura del pensiero”.
Il Premio Hemingway avrà un prologo teatrale mercoledì 25, alle 20.45 al Cinecity di Sabbiadoro — come ha ricordato il consigliere del comune di Lignano con delega alla cultura Donatella Pasquin, (alla conferenza stampa era presente pure il vicesindaco Massimiliano La Placa) — con la lettura scenica de “Il vecchio e il mare” epico romanzo hemingwayano, a cura di Sebastiano Somma, uno degli attori italiani più amati dal pubblico, con la partecipazione di Francesco Gojak e del flautista di fama mondiale Roberto Fabbriciani.
Il “Testimone del nostro tempo” è Cecilia Sala, per la sua straordinaria capacità di raccontare il mondo con uno sguardo lucido, pratico e coraggioso — si legge nella motivazione — dando voce alle storie che spesso restano ai margini dell’informazione tradizionale. Il giornalismo di Sala è vicino alle battaglie di Hemingway, con in più l’arma moderna del podcast quotidiano dal titolo “Stories”. Cecilia ha affrontato sul campo i conflitti in Afghanistan, Ucraina, Venezuela e territori palestinesi.
Felicia Kingsley è di Modena ed è un architetto, ma è amatissima come autrice di romanzi «caratterizzati da una voce fresca per raccontare l’amore, l’indipendenza, profondamente vicina alle nuove generazioni». A lei andrà il “Lignano per il futuro 2025”. La sua narrativa è popolare e i suoi personaggi imperfetti, forti, ma plasmati di umanità. E infine, ma non ultimo, anzi, il fotolibro dell’anno scelto dal mitologico Zannier e firmato da Cesare Gerolimetto: “La nave Amerigo Vespucci” (Antiga edizioni). Un esempio di come l’immagine senza parola sia fondamentale nel sociale così come nella tecnologia e nell’arte
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