Graziella Chiarcossi e la memoria di Pasolini: «Manca la sua voce che denunci il marcio»

La cugina del poeta parla dell’archivio: ancora tanti manoscritti del periodo friulano e moltissimi testi di critica dell’arte

UDINE. L’ultimo in ordine di tempo è di qualche settimana fa: la pubblicazione su un quotidiano nazionale di un testo di Pasolini presentato come inedito. Un testo sull’apprendistato poetico nato come intervento da tenere in pubblico in occasione della presentazione dell’antologia di Rafael Alberti “Degli angeli” il 30 maggio del 1966.

Era davvero inedito? Lo chiedo a Graziella Chiarcossi, erede e cugina di Pasolini grazie alla cui autorizzazione il brano, bellissimo, è stato divulgato. «Di questo testo che conoscevo – spiega – avevo individuato l’anno di scrittura in base alla sua collocazione in una precisa cartella, ma non sapevo se fosse stato pubblicato. Situazioni di questo genere ne ho trovate parecchie nel corso degli anni, ma non sempre ho potuto chiarirle».

Quanto c’è, se c’è, ancora da scoprire nell’archivio Pasolini, che non abbia già trovato giusta collocazione e spiegazione nei dieci volumi dei Meridiani a lui dedicati?

«Quello che solo a posteriori mi sento di chiamare “archivio” di Pier Paolo Pasolini è vastissimo, e non sempre è possibile fare una distinzione corretta fra testi editi (arrivati alla stampa dopo varie redazioni) e carte che contengono scritti spesso rimasti allo stadio embrionale e soprattutto difficili da decifrare».

Qualche esempio? «Per i testi del periodo friulano (1942-49) (in parte lasciati nella vecchia casa di Casarsa e recuperati solo dopo la morte del poeta) non sempre si è arrivati a una sistemazione definitiva, soprattutto per l’eterogeneità dei generi: esercitazioni letterarie; traduzioni in lingua e in friulano di poeti francesi, inglesi, spagnoli, catalani; relazioni scolastiche; abbozzi di scritti d’arte; innumerevoli poesie in lingua e in friulano; elenchi di vocaboli friulani con la traduzione in lingua e moltissimo materiale riguardante Pascoli.

Tutte queste carte sono in parte manoscritte e in parte dattiloscritte; poche sono quelle “pulite”, perfette, senza correzioni».

Per le opere del periodo romano, invece? «Tutto ciò che si trovava negli scaffali e nella scrivania dello studio-camera di Pier Paolo a Roma, ordinato secondo un criterio stabilito da lui, può essere analizzato da vari punti di vista. E offre informazioni utilissime. Si riscontrano molteplici fasi di lavoro: appunti presi di getto su foglietti volanti, sul retro di una carta automobilistica, su un biglietto da visita. Si conservano inoltre parecchi quaderni e bloc-notes riempiti in viaggio con spezzoni diaristici e prime redazioni di testi poetici».

Quanto manca, se manca la voce di Pasolini oggi? «Credo che di Pier Paolo manchino le rigorose e anche spietate analisi della realtà. Non c’è oggi una voce che metta a nudo uomini e comportamenti, che denunci il marcio nella politica e nella società. Se attraverso la lettura dei suoi testi poetici, delle sceneggiature, delle opere in prosa e dei suoi interventi su fatti drammatici della nostra storia, Pier Paolo, anche a distanza di anni, aiuta a capire la realtà in cui viviamo, continuerà a essere presente fra noi».

Perché Pasolini continua ad affascinare i giovani, e non? «Penso che i giovani, anche più degli adulti, sentano il bisogno di una figura di riferimento, delle parole di qualcuno che non ha mai avuto paura di mettersi in gioco. Ho contatti con studenti e dottorandi che studiano l’opera di Pier Paolo e mi metto volentieri a disposizione quando vedo che la ricerca è seria, che si lavora sui libri e non scaricando da internet testi pieni di errori, o addirittura falsi d’autore.

C’è anche un tipo di studioso che vuole consultare gli originali dei testi con la goduriosa speranza di scoprire brani inediti o di avere, con gli occhi sull’originale, una idea geniale da sviluppare in un saggio! Quante carriere sono state fatte sull’opera di Pasolini».

C’è un particolare aspetto dell’opera di Pier Paolo che ancora non è stato messo nella giusta luce? «Credo che siano poco conosciuti gli interventi e i commenti sull’arte, che ha scritto lungo tutta la sua vita, anche nei periodi in cui non ha praticato personalmente il disegno e la pittura. A breve è prevista la pubblicazione di un volume che raccolga tutti i materiali, presentazioni, critiche, versi, dedicati all’arte». –


 

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