«Friuli terra di misteri: la mia pista di morte a Toppo di Travesio»

di Nicola Cossar Misteri che affondano oltre oceano e che sono sepolti in Friuli, a Toppo di Travesio. È questo lo scenario in cui indaga il giornalista detective Manuèl Feruglio nella sua settima...
Di Nicola Cossar

di Nicola Cossar

Misteri che affondano oltre oceano e che sono sepolti in Friuli, a Toppo di Travesio. È questo lo scenario in cui indaga il giornalista detective Manuèl Feruglio nella sua settima avventura, affiancato dalla consueta e singolare squadra di collaboratori (Meo, Paco e il cane Caligola), cui ora si aggiunge la new entry pordenonese: il questore Chivilò.

La signora friulana del giallo, Francesca Raffaella Guerra, nel nuovo episodio, intitolato . Requiem per il bastardo (ubiminor edizioni, 131 pagine, 14,00 euro), ci riporta in una terra dove le ferite dell’emigrazione sono ancora vive in chiaroscuro. Storie di genti e paesi che si intrecciano con il mistero. Ne abbiamo parlato con l’autrice.

Francesca, nei tuoi gialli c’è sempre la presenza di qualcosa di paranormale, che magari poi non si rivela tale. Il paranormale è il tuo additivo segreto?

«Il paranormale, o pseudo tale, in effetti ricorre nelle vicende di Friuli terra di misteri, ma non trae le sue radici e nulla hanno a che fare col mondo della narrativa: le radici fungono da muse ispiratrici dei miei racconti. Il quadro che emerge rende la regione per certi versi esoterica per natura, o forse per storia: solo una componente magica aiuta a giustificare la ragione per la quale, dopo invasioni, battaglie, devastazioni, questa fetta di mondo e la sua gente sono sempre risorte, traendo talvolta dalle gravi disgrazie la forza non solo per rigenerarsi ma altresì per reinventarsi, assurgendo a uno stato addirittura superiore rispetto al precedente. Posso dunque dire che la regione mi sussurra di scriverne valorizzando il suo aspetto paranormale».

L'ex poliziotto e ora giornalista-detective Feruglio torna nel Pordenonese. In Friuli terra di misteri, come titola la collana di ubiminor, quella parte della nostra regione pare esercitare su di te un fascino particolare.

«Il Pordenonese ha catturato la mia attenzione poiché appare, a tutta prima, come la porzione di Friuli Venezia Giulia più cosmopolita, che ha quindi sradicato il concetto di antico e di tradizione, divenendo simbolo di modernità, coi suoi pregi e i suoi difetti. Ma, grattando un po’, sotto uno strato di frenesia e commercio ho provato la grande gioia di scoprire anche qui il mondo cui il mio spirito anela: un passato fatto di leggende e di folclore che ancora pulsa e merita di permanere nella memoria delle nuove generazioni, forse un po’ troppo votate al consumismo, a quell’usa e getta nemico del ben vivere».

Come ti è venuta l’idea del morto sotto il morto in quel cimitero di paese? Ti sei ispirata a qualche fatto di cronaca?

«La soluzione del morto sotto il morto non è, ahimè, farina del mio sacco, né, per fortuna, di quello di un assassinio realmente accaduto. Ho tratto questo originalissimo modus operandi, come ho scritto per onestà anche nel romanzo, da una serie americana. Sgomenta davanti all'episodio in questione, mi son detta: “Manuèl deve trovarsi davanti a una situazione di questo tipo!”. Scovare una sepoltura anomala perciò è un gioco facile, il complicato giace nel costruirvi attorno una storia intera!».

Dalla Spagna in Friuli per ritrovare le radici, Feruglio troverà anche l'amore?

«In molti mi domandano se un giorno Manuèl troverà l’amore, sono stata accusata benevolmente di essere una sorta di matrigna cattiva che lascia il figliastro a bocca asciutta, circondato da amici e intento solo nella risoluzione dei misteri. Ma fino a oggi Manuèl non si è imbattuto nella donna giusta, in quella che rende impossibile il pensiero di proseguire la propria vita in sua assenza, in grado di far guardare al passato come a un percorso accidentato volto unicamente a quell’incontro. Ma questa donna arriverà. Arriverà eccome!».

Negli ultimi tempi, in Friuli la narrativa è spesso declinata al femminile. Pensi sia un caso o è nato un movimento di scrittrici?

«Ho avuto il piacere di notare il fiorire di molte firme femminili nell'universo letterario friulano degli ultimi anni. Questo significa che si è raggiunta maggior consapevolezza delle proprie capacità anche da parte nostra, unita a un voler saltare dal trampolino davanti al quale prima esitavamo dando priorità alla famiglia, alla casa e al lavoro. Già, perché la donna ha spesso dovuto sacrificare le proprie inclinazioni, caldeggiando quelle dei propri mariti o partner. Ma qualcosa finalmente è cambiato e ciò è anche merito dei mariti e dei partner stessi, che hanno imparato ad apprezzare le proprie mogli e compagne anche per quelle che, fino a poche generazioni addietro, erano viste solo come velleità da reprimere. Spezzo perciò una lancia anche per i signori uomini di oggi, letti troppo spesso come oppressori totalitari».

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