La forma dell’arte: a Udine la presentazione del volume sullo studio Avon
Appuntamento a Casa Cavazzini venerdì 14 novembre alle 17.30. Al via le visite al nuovo allestimento nelle sale Basaldella

Evento duplice in Casa Cavazzini a Udine dove venerdì 14 novembre, oltre a visitare le sale Basaldella con il nuovo allestimento, si potrà assistere alla presentazione del volume “Studio Avon. Mostre e Musei 1980-2020” (17.30) curato da William Cortes Casarrubios (Gaspari editore). Sarà un pomeriggio all’insegna della “full immersion” nel mondo dell’arte espositiva attraverso il percorso svolto nell’arco di un quarantennio dallo studio Avon (Gianni, Elena e Giulio) tra villa Manin di Passariano, Cividale del Friuli, Udine, Rosazzo, Palmanova, Illegio, Artegna, Tarcento, Lignano e, come tappa fuori regione, Milano.
Dopo l’allestimento delle sale al Palamostre (1984) per collocarvi le collezioni della la Galleria d’Arte moderna, tra il 1985 e il 1993 l’attività dello studio si concentra a villa Manin di Passariano che, completato il restauro che ne restituisce smalto e appeal, diventa il polo espositivo regionale, inaugurando la rutilante stagione delle grandi mostre. Lo studio Avon traduce in percorsi espositivi gli studi condotti da prestigiosi comitati scientifici nazionali e internazionali, a partire dalla “Miniatura in Friuli (1985), poi la mostra dedicata al decennale del terremoto (1986), “Sebastiano Ricci” (1989), “I Longobardi” (1990), e “Palmanova. Fortezza d’Europa” (1993).

Ogni allestimento si condensa in una cifra stilistica che permane, le luminescenti bacheche circolari con incunaboli e evangeliari della mostra sulla miniatura, i pannelli fotografici a scala gigante che accompagnano i visitatori lungo le barchesse in occasione della mostra sulla ricostruzione, i pannelli lignei disegnati per dialogare con gli stucchi nelle sale della villa e accogliere le grandi pale di Sebastiano Ricci, le bianche sagome lignee dei cavalli (alla Mario Ceroli) collocate tra le arcate delle barchesse che sembrano aspettare i guerrieri longobardi e infine le armature cinquecentesche entro le teche circolari nel salone di villa Manin a rievocare l’incanto dell’Orlando Furioso di Ronconi.
In questa intelligenza dello spazio, che si traduce in un dialogo tra architettura e opere, gli allestimenti accompagnano il visitatore, ne agevolano i passi fino alla teca, alla bacheca, alla didascalia e ai pannelli. Risulta comprensibile che in alcuni casi gli allestimenti da temporanei siano diventati permanenti e percorso museale, come si è verificato per la sezione della mostra sui Longobardi nel Palazzo dei Provveditori Veneti a Cividale, poi sede del Museo Archeologico nazionale. Nel 1987 per la mostra dedicata a Dino, Mirko e Afro le opere si integrano alla scena urbana udinese, affollando il terrapieno di piazza Libertà, i portici della Loggia di San Giovanni e quelli del Lippomanno e guidano il visitatore fino all’atrio e nelle sale del Castello.
Tra il 1995 e il 2010 si infittiscono gli allestimenti di opere sacre, la “Biblie da vedere” nelle navate laterali della chiesa dell’abbazia di Rosazzo (1998), l’itinerario per la beatificazione di padre Scrosoppi nel convento delle suore della Provvidenza a Udine (2001), il “Silenzio di Dio” in villa Moretti a Tarcento (2004). Data al 2004 la grande scommessa di Illegio con l’allestimento della mostra dedicata a San Floriano nelle sale della vecchia canonica, dove le opere emergono grazie a un’illuminazione mirata, valorizzata da un fondo omogeneo che accomuna pareti e basi di appoggio delle sculture. La stessa unitaria cromia domina il riallestimento del Museo cristiano di Cividale (2000-2008) che assemblea alcuni capolavori di epoca longobarda, tele, oreficeria sacra e paramenti.
Uguale sobria eleganza presenta l’allestimento il Museo archeologico al castello Savorgnan di Artegna (2014). Smembrato il percorso espositivo della collezione d’arte al Teatro nuovo “Giovanni da Udine” (2012), l’arte contemporanea è protagonista nelle mostre dedicate a Celiberti in alcuni suggestivi punti di Cividale (2000-2005) e Carlo Ramous alla Triennale di Milano (2017) e nella Porta di Milano dell’aeroporto di Malpensa (2018). Le foto delle mostre di architettura realizzate negli spazi della Terrazza a mare di Lignano (2015-2017) restano come documenti degli spazi interni di un iconico edificio che sarà radicalmente trasformato.
Gli allestimenti e i musei sono il frutto di un lavoro di squadra e negli anni lo studio Avon ha potuto contare sull’apporto di valenti collaboratori, quali Pietro Tomat, Leonardo Miani, Michele Tavano e per la grafica Ferruccio Montanari, Laura Morandini, Giovanna Durì. Nell’arco di un quarantennio filosofia, estetica e obiettivi di mostre e musei sono radicalmente mutati e lo studio Avon ne ha registrato le variazioni, senza mai rinunciare all’ago della personale bussola professionale e umana, che dalla tradizione si discosta senza tradirne i fondamenti. —
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